Paolo Brosio e gli eccessi: "Ho bevuto, fumato canne e provato la cocaina. La fede mi ha salvato" - Perizona Magazine

Paolo Brosio e gli eccessi: “Ho bevuto, fumato canne e provato la cocaina. La fede mi ha salvato”

Daniela Vitello

Paolo Brosio e gli eccessi: “Ho bevuto, fumato canne e provato la cocaina. La fede mi ha salvato”

| 31/03/2019

Reduce dall’esperienza a “L’Isola dei Famosi”, Paolo Brosio si racconta a Silvia Toffanin a “Verissimo”. L’ex inviato del Tg4 racconta […]

Reduce dall’esperienza a “L’Isola dei Famosi”, Paolo Brosio si racconta a Silvia Toffanin a “Verissimo”. L’ex inviato del Tg4 racconta il periodo più buio della sua vita caratterizzato da una serie di eccessi. La fama e i soldi gli fecero toccare il fondo ma l’ex naufrago ha rivisto la luce grazie alla fede.

“Sono stato lasciato dalla fidanzata, hanno incendiato il locale (il Twiga che aveva aperto con Flavio Briatore, ndr.), è morto mio papà. Tutto nello stesso momento – ricorda – Quando il male ti attacca, se non sei protetto spiritualmente non hai neanche la forza di fare una vita santa. Non è che io sia un santo, non lo sono ora e non lo ero prima. Però sicuramente la preghiera ti dà la forza di essere saldo. Nei momenti di gioia, di provvidenza, quando tutto va bene, nessuno si ricorda mai di Dio. In quel periodo ho reagito male, mi sono lasciato andare. Ero abituato ad avere successi nel lavoro e nella vita. Quando hai così tanta fama e soldi, è facile lasciarsi andare. Quando ci si trova in difficoltà, si cerca di cancellare il dolore con gli eccessi. La preghiera è l’antidoto del dolore, se non la conosci ti affidi al mondo e il mondo ti ammazza. Ho bevuto, ho fumato le canne, ho provato la cocaina. Ho raccontato tutto in un libro perché la conversione ti dà la forza dello spirito della verità. Se sei in Dio, devi essere in verità”.

Brosio svela come e quando ha sentito il richiamo della fede: “A un certo punto ho sentito come una voce che mi diceva: ‘Figlio mio, devi smettere’. Ero a Torino in un grande albergo e chiesi subito alla reception di indicarmi la chiesa più potente del posto. Lì ho trovato un sacerdote che mi ha confessato e subito dopo sono andato in Bosnia. Il mio cuore esplodeva dalla chiamata. Negli occhi di quella bambina che pregava il rosario con me ho trovato la luce per vivere. Quella bambina l’ho adottata”.

Brosio ripercorre la sua esperienza in Honduras. “Ho perso 15 chili ma più della fame che è una sofferenza che riesco a controllare – spiega – a farmi soffrire sono stati i mosquitos. A un certo punto, nonostante la motivazione forte di questa mia partecipazione, avevo pensato di mollare. Ho dovuto prendere troppi medicinali. Il fatto strano è che i mosquitos colpivano solo alcuni di noi. Sono rimasto perché con il mio compenso potrò aiutare a realizzare il progetto del pronto soccorso in Bosnia. Per contratto avevo fatto inserire una clausola che mi avrebbe permesso di incontrare un prete una volta a settimana. Purtroppo non è stato possibile ma mi è stato consentito di assistere ad alcune messe tenute da alcuni sacerdoti per strada. Lì non ci sono chiese. Si fa messa per strada, tra i liquami e i bambini a piedi nudi”.

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L’ODISSEA DI PAOLO BROSIO (VIDEO)

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