“E’ con grande tristezza che confermiamo la scomparsa del nostro fondatore, Ehud Arye Laniado, avvenuta il 2 marzo 2019. Aveva […]
“E’ con grande tristezza che confermiamo la scomparsa del nostro fondatore, Ehud Arye Laniado, avvenuta il 2 marzo 2019. Aveva 65 anni. Dopo una vita vissuta in maniera eccezionale, Ehud tornerà in Israele dove riposerà in pace. Mancherà a tutti noi. Addio ad un uomo d’affari visionario”.
Omega Diamonds, con sede nella città belga di Antwerp, conferma il decesso del suo proprietario, l’ultramiliardario Ehud Arye Laniado, morto a seguito di alcune complicazioni insorte durante un delicato intervento per l’allungamento del pene cui si stava sottoponendo in una clinica privata di Parigi. Un infarto lo ha colpito mentre i medici gli stavano iniettando una sostanza nell’organo sessuale.
L’imprenditore israeliano-belga, soprannominato l’”argentino” per l’aspetto da ballerino di tango, era uno dei massimi esperti al mondo nella valutazione dei diamanti grezzi e aveva costruito un impero.
Laniado aveva un’ossessione per l’apparenza fisica e per la prestanza sessuale e soffriva del cosiddetto complesso di Napoleone, a causa della sua bassa statura. “Era sempre concentrato sul suo aspetto e su come gli altri lo percepivano”, ha raccontato un vecchio amico.
“L’unico momento in cui non pensa alla sua altezza è quando chiede al capo contabile di leggergli il suo estratto conto, cosa che fa più volte al giorno”, sussurravano i suoi collaboratori.
Laniado possedeva uno degli attici più costosi del Principato di Monaco, valutato circa 35 milioni di euro e una casa nel lussuoso sobborgo di Bel Air a Los Angeles dove amava stappare e consumare bottiglie di Chateau Margaux con modelle e celebrità.
Nel novembre 2015, Laniado vendette – tramite un’asta da Sotheby’s a Ginevra – un diamante dai riflessi blu, per la cifra record di 48,5 milioni di dollari a un uomo d’affari di Hong Kong, che lo ha ribattezzato Blue Moon of Josephine, in onore della figlia di 7 anni.
Nel 2013 Laniado e il suo socio in affari, Sylvain Goldberg, erano rimasti coinvolti in un’inchiesta per evasione fiscale aperta nel 2013 dalle autorità belghe e avevano accettato un patteggiamento da 160 milioni di euro. Il 14 marzo era prevista la prima udienza del processo d’appello.