Venditti: "Da ragazzo mangiavo tutto il giorno e mia madre sperava nei miei fallimenti" - Perizona Magazine

Venditti: “Da ragazzo mangiavo tutto il giorno e mia madre sperava nei miei fallimenti”

Daniela Vitello

Venditti: “Da ragazzo mangiavo tutto il giorno e mia madre sperava nei miei fallimenti”

| 05/03/2019

E’ un Antonello Venditti senza filtri quello che alla soglia dei 70 anni (li compirà il prossimo 8 marzo, ndr.) […]

E’ un Antonello Venditti senza filtri quello che alla soglia dei 70 anni (li compirà il prossimo 8 marzo, ndr.) si racconta in un’intervista a “Vanity Fair”. Il cantante parla a cuore della sua adolescenza contrassegnata dall’infelicità. “Scaricavo nelle canzoni ciò che avevo dentro e la prospettiva del suicidio, invece di sembrarmi drammatica, mi pareva la soluzione del problema – ricorda – Da adolescente grasso, se parliamo di bullismo, non avevo niente da invidiare a nessuno. Ero tra quelli che sentivano le risatine al loro passaggio e se una ragazza mi sorrideva neanche ci credevo… Mi chiamavano ‘Cicciabomba’, pesavo quasi 100 chili”.

Ad aggravare la situazione il rapporto con una madre severissima che “sperava nei suoi fallimenti”. “Considerava le mie canzoni poco meno che spazzatura e a mio padre Vincenzo, convinta di non essere ascoltata, diceva di me: ‘Il ragazzo è cretino’ – svela – Era talmente poca la stima che avevo di me che mi attaccavo all’unico vizio che mi era concesso: il cibo. Mangiavo tutto il giorno. La domenica poi era drammatica. Mi svegliavo nei profumi del ragù che mia nonna aveva messo da ore sul fuoco, ci inzuppavo tre rosette e poi poco prima di mezzogiorno uscivo per andare a messa. All’andata, facevo sosta dal gelataio più buono del quartiere e mi facevo fare una coppa con cioccolato, nocciola e panna con l’amarena e due cialde. Al ritorno idem. Poi il pranzo: la pasta, il filetto, le patatine fritte. Visto che nessuno mi fermava, lo feci io. Arrivato a 94 chili, ma forse anche a 98, dissi basta: ‘Ma non vedete che sono un baule?’”.

Venditti scoprì gli occhiali a goccia da cui non si separa mai negli anni ’70 grazie a una ragazza. “Una volta che una persona che si è sempre sentita inadeguata trova l’abito per sentirsi adeguato, quel vestito non lo cambierà mai – spiega – Mi metto le stesse cosa da 40 anni. Penso di somigliare a me stesso. I jeans, le giacche di pelle, le magliette. Nello stesso modo continuo a vedere il mondo attraverso i miei occhiali. Filtrano la realtà, mi restituiscono una chiave di lettura, sono i miei raggi X”.

Tra i giovani che fanno musica oggi, l’interprete di “Notte prima degli esami” stima molto il “ribelle” Ultimo. “L’incontro con lui è stato un miracolo di Sanremo – racconta – La notte in cui non si sapeva dove fosse finito, era al telefono con me. Abbiamo fatto le 4 e 30 del mattino. Sono stato un amico e un amico non è quello che ti blandisce, né ti fa la ramanzina, ma quello che ti dice le cose come stanno. Ultimo è molto simile a come ero io alla sua età. Solo che è partito da San Basilio, senza strumenti, mentre io venivo da un quartiere borghese e alla fine mi sono anche laureato. Ultimo è passato da 0 a 10 in pochi mesi. Ha avuto una strada stretta per arrivare dov’è, ed è pronto a rinunciare a tutto. Mi piace. È andato sulla Luna senza neanche sapere il perché, ma non è da solo. Io sto con lui, e con me tanti altri”.

Infine, Venditti elogia Matteo Salvini. “Parla il linguaggio dell’epoca in cui vive – dichiara – La vera differenza che c’è tra destra e sinistra, nel 2019, è prima di tutto semantica. In questo tempo, devi avere il linguaggio del nostro tempo. Sarebbe interessante trovare un giovane uomo o donna di sinistra che abbia la capacità di comunicare con gli altri come fa Salvini. Sul tema dei migranti, non possiamo non dire che la politica di Minniti era più a ‘destra’ di quella di Salvini. Cosa c’è di diverso? Il linguaggio…Salvini è organico a tutto quel che dice. Lui muta. Mette una felpa della Polizia e diventa poliziotto. Ha una capacità di immedesimazione fenomenale. È credibile. E gli altri lo attaccano sul piano sbagliato: sulla Diciotti, la gente vede i risultati, e per la stessa Unione Europea, che pure ci ha attaccato a ripetizione, il caso Diciotti è chiuso. Salvini ha agito in nome di un superiore interesse nazionale, l’hanno capito tutti. Tutta Europa. In Italia invece siamo alla Procura X che manda un avviso di garanzia e in questa confusione di linguaggio e di poteri, alla fine, le ragioni di chi grida allo scandalo sono deboli, perdenti, inutili. Vuoi smontare un governo per l’alzata di scudi di una Procura? Dove pensi di andare?”.

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