Ospite di Caterina Balivo a “Vieni da me”, Alessandra Pierelli – nota per la sua partecipazione a “Uomini e Donne” […]
Ospite di Caterina Balivo a “Vieni da me”, Alessandra Pierelli – nota per la sua partecipazione a “Uomini e Donne” dove conquistò il re dei tronisti Costantino Vitagliano – si racconta a 360 gradi.
L’ex “fidanzatina d’Italia” è nata a Sezze, in provincia di Latina, ma è cresciuta a Sabaudia dove torna appena può. “E’ stato il primo posto dove ho portato i miei figli”, esordisce. Oggi Alessandra vive a Montecarlo con il marito Fabrizio Baldassari sposato nel 2011 e i due figli di 7 e 5 anni. “Mio marito mi ha corteggiata per un anno, è stato bravo – svela – Prima di lui non ho mai conosciuto il vero amore”.
L’ex protagonista di “Uomini e Donne” racconta come l’improvvisa popolarità legata alla sua partecipazione al dating show di Canale 5 abbia rappresentato uno choc per lei: “A Sabaudia mi vedevano come una cosa sacra. Non mi sarei mai aspettata tanta popolarità. All’improvviso tutti mi fermavano per una foto e un autografo, e c’era persino gente che arrivava a casa mia con i pullman. Però grazie all’insegnamento dei miei genitori, non ho mai dimenticato da dove vengo”.
Quindi la Pierelli svela di aver visto la morte in faccia dopo un intervento di liposcultura cui si sottopose nel 2007. “In quel momento non mi sentivo bella, non mi sentivo sicura di me e avevo bisogno di conferme e di trovare un’identità – spiega – Avevo qualcosa dentro che non mi faceva stare bene. Ho deciso di intervenire sul mio corpo facendo una liposcultura che forse non avevo neanche bisogno di fare. Sono stata male. Dopo ho avuto un’embolia polmonare per cui sono stata un mese in terapia intensiva e ho fatto sei mesi di cortisone. È stato l’errore più grande della mia vita. Ho rischiato di morire. Mi ha salvata mia madre che, in clinica, si è accorta che c’era un problema reale di respirazione che si stava trasformando in qualcosa di irreversibile. Ha chiamato l’ambulanza e poi sono arrivata al Gemelli, dove mi hanno salvata, che non smetterò mai di ringraziare”.
