J-Ax: "Quando non riuscivo a diventare padre, mi stava nascendo come un buco dentro" - Perizona Magazine

J-Ax: “Quando non riuscivo a diventare padre, mi stava nascendo come un buco dentro”

Daniela Vitello

J-Ax: “Quando non riuscivo a diventare padre, mi stava nascendo come un buco dentro”

| 09/12/2018

Ospite di Silvia Toffanin a “Verissimo”, J-Ax racconta i suoi 25 anni di carriera. Il rapper ha attraversato alti e […]

Ospite di Silvia Toffanin a “Verissimo”, J-Ax racconta i suoi 25 anni di carriera. Il rapper ha attraversato alti e bassi e ne parla in un libro dal titolo “Consigli a me stesso”. “Da ragazzino mi davano dello sfigato”, esordisce.

“Vivevo in provincia, in una piccola frazione di paese vicino a San Giuliano Milanese – spiega – Arrivarono gli anni ’80, costruirono delle villette e arrivarono dei ragazzi borghesi che avevano delle disponibilità economiche diverse rispetto alle mie. Per loro io ero uno sfigato. Loro avevano i vestiti di marca, la moto. Invece io venivo da una famiglia più modesta, mi vestivo normale, non sapevo neanche cosa fosse la moda. Quando a uno non puoi dirgli niente, pur di screditarlo, gli dici che porta rogna. Quindi mi dicevano che ero uno sfigato e che portavo sfiga. Oggi se ne parla del bullismo, ai tempi era una cosa così accettata, così codificata nella società che era quasi ‘normale’. Però senza quei bulli non sarei quello che sono oggi. La fortuna della musica è stata quella di poter trasformare tutte quelle energie negative in energie positive. Poter raccontare queste cose nei libri e nella canzoni, mi ha fatto trovare tantissime altre persone come me e adesso grazie a loro io faccio una bellissima vita e loro fanno una vita ignobile come le persone che sono”.

Nel libro, J-Ax confessa di aver sofferto di depressione. “Siamo ancora in una fase in cui la gente non considera la depressione come un problema serio – dichiara – La depressione non si affronta dicendo al depresso ‘dai, su col morale’. La depressione può avere mille ragioni, non solo psicologiche ma anche di sbilanciamento chimico. Quindi vanno affrontate con dei dottori. Io ne ho sofferto in una gradazione non estrema. Invece ci sono delle persone che sono completamente inibite al punto da non uscire più di casa. La mia è durata due anni e ho avuto la fortuna di avere degli affetti in famiglia ma soprattutto degli amici che sono degli amabili deficienti e mi facevano ridere. Non ho mai avuto pensieri suicidi tranne che una notte. Però mi sono dato due schiaffi in faccia e ho passato subito quella fase. Quindi la mia depressione non era così acuta. Quando la mia carriera ha attraversato una fase calante, sono andato completamente in depressione. Oggi celebro i 25 anni ma in certi momenti della mia carriera non avevo idea se sarei arrivato all’anno dopo. E’ successo soprattutto dopo lo scioglimento degli Articolo 31. I primi anni sono stati difficili”.

Il rapper racconta poi la magia dell’essere padre. Il 19 febbraio 2017, dopo anni di tentativi andati a vuoto, dal matrimonio con l’americana Elaina Coker è nato Nicolas. Il dramma di voler creare una nuova vita, senza riuscirci, situazione in cui per qualche anno si è trovato anche lui, ha ispirato la canzone Tutto tua madre”.

“Ho promesso a me stesso di non piangere – dice – Mi piace pensare che questa sia una delle poche canzoni che non ho scritto io e che la vita ha scritto per me e io l’ho solo raccontata. Quando mi chiedevano perché non avevo un figlio, rispondevo sempre ‘perché devo finire di crescere io’. In realtà quella è una domanda che non andrebbe mai fatta perché nessuno può sapere veramente il perché una coppia non sta facendo figli. Dentro nascondevo una grande rabbia, soprattutto per la maleducazione di chi ti fa queste domande inopportune. Poi tutto quello che c’era da raccontare sulla mia vita personale l’ho raccontato nella canzone. In queste situazioni, il coraggio vero ce l’hanno le donne, il papà può essere di supporto, però la sfida vera è della donna. Adesso non sopporto più le persone che dicono che avere figli non è un diritto ma un dono. No, avere figli è un diritto di chi lo vuole amare. Io sarei stato disposto a tutto. Bisogna ricorrere a qualsiasi tipo di aiuto. Mi stava nascendo come un buco dentro. Forse ci sono anche persone che non sentono la necessità di fare figli ma nel momento in cui senti forte questa necessità e non arriva, ti lascia qualcosa di profondamente vuoto dentro. Quindi qualsiasi tipo di supporto scientifico e umano e necessario per chiunque abbia dei problemi”.

“In questo momento Nicolas sta scoprendo i suoi confini – conclude – Poi non vuole mai andare a dormire e in questo ha preso da me. Ho provato a cantargli le mie canzoni ma lo svegliano. Non abbiamo una tata”.

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