A distanza di cinque anni dall’annuncio della separazione artistica dalla sorella Chiara, Paola Iezzi si racconta in un’intervista a “Vanity Fair” in occasione dell’uscita del suo nuovo singolo dal titolo “Ridi”. Per metterlo giù, la cantante si è presa il suo tempo.
“La scrittura è come andare dall’analista – spiega – trovare ciò che ti ha ferito, risvegliare le cose… Il senso della canzone è accettare che le cose succedono a prescindere, ti fai i piani, con la squadra e il compasso, ma alla fine le cose arrivano, perché la vita è fatta così, il dolore è fatto per essere attraversato e fatto fiorire”.
La canzone è nata nel 2013 ma la mora del popolare duo femminile, la cui popolarità esplose sul finire degli anni ’90, l’ha completata quest’estate durante una sorta di ritiro in Sardegna. “Ero completamente sola – svela – mi facevano compagnia un cameriere e la caposala nel ristorante dell’hotel la sera, la radio passava canzoni italiane anni ’70”.
La separazione dalla sorella Chiara, dopo una vita in simbiosi e una collaborazione artistica durata 16 anni, è stata dolorosissima. “Ci dicono di tornare insieme – confida – ma io mi stupisco di quanto siamo durate. Due donne, due sorelle, sole, senza un manager”.
E riguardo alla rottura dice: “Mi identifico spesso con gli Oasis, ciò che è successo a loro è successo anche a noi, con le aggravanti che sono maschi irruenti di Manchester e bevono birra. Ma so cosa hanno passato e questo me li fa amare ancora di più”.
Alle due sorelle, ogni tanto, capita di sentirsi. “Non spesso, ma è un esercizio di rispetto reciproco – dichiara Paola – Abbiamo passato vent’anni in simbiosi, con un cervello solo, sulla musica non discutevamo mai”.
“Non ci si separa mai in pace – prosegue – Si può arrivare a un’accettazione, dopo un processo di comprensione dello stato emotivo dell’altro. Ma l’impatto è stato il Titanic con l’iceberg, un fallimento che è anche il fallimento di una parte di te. E poi le implicazioni familiari, la mamma, il papà, la nonna. Mi sono trovata emotivamente sola, non potevo chiamare mia madre e vomitarle addosso tutto, lei soffriva quanto noi, per loro era un fregio che avessimo successo come sorelle, è stato un dolore enorme vederci separate. C’è stata la fase in cui ce lo chiedevano, di rimetterci insieme, ma Chiara e io eravamo ormai avanti nel processo, e doversi anche difendere da questa richiesta era molto faticoso. Oggi ne parlo serenamente ma è una conquista, sono felice di sapere che Chiara sta bene, che fa cose diverse, ma quello che vuole fare”.
Com’è potuto accadere che due persone così unite abbiano improvvisamente deciso di imboccare strade diverse? “L’iceberg è stato diventare persone diverse, con desideri diversi, uno spirito diverso nell’affrontare le cose. Due binari che non si sarebbero più incontrati…Avevamo capito che “Giungla” sarebbe stato l’ultimo disco, ma io volevo portare a fine corsa il progetto. Era un bel disco, ci era costato soldi, tempo, energie. Mi ha dato rabbia dover chiudere a poche settimane dall’uscita. Poi ho capito che Chiara non avrebbe sopportato un’ora di più”.
Paola non dimenticherà mai l’ultimo concerto con sua sorella: “L’ultima volta che abbiamo cantato insieme, la festa di Radio Bruno. Sapevo che sarebbe stato l’ultimo concerto, era l’ultimo impegno firmato, avevamo già cancellato tutto il resto. Quel giorno ho scritto Ridi. Quel concerto lo ricorderò per tutta la vita. Nella mia testa non lo accettavo, uno ci mette sempre un po’”.
CLICCA QUI E SEGUICI SU INSTAGRAM
LEGGI ANCHE: Paola Iezzi: “Separarmi da Chiara è stato difficile, sono andata in analisi”
LEGGI ANCHE: Chiara Iezzi: “Mia sorella Paola si è sposata? L’ho saputo dai giornali”