In una lunga intervista al “Corriere della Sera”, Clio Evans – moglie del chitarrista dei Negramaro Emanuele Spedicato colpito da un’emorragia cerebrale lo scorso 17 settembre – racconta la grande paura provata il giorno il cui il marito si è accasciato al suolo mentre lei era all’ottavo mese di gravidanza. Dopo venti giorni trascorsi in rianimazione, il musicista è fuori pericolo e si sta sottoponendo alla riabilitazione.
“E’ in continuo miglioramento – svela al “Corsera” – Sono fiera di lui, è una forza, un eroe, e il nostro bimbo (Ianko, venuto alla luce lo scorso 15 novembre) è una spinta a reagire ancora meglio. Sono fiduciosa. Ci conto. Lele è la persona più bella che abbia mai conosciuto. È bello in tutto, generoso, gentile… Parlare di quello che è successo mi devasta, perché il mio è amore allo stato puro”.
Clio era in casa quando Lele si è sentito male. E questa è stata una grande fortuna. “In questi casi, basta che uno sia da solo e lo perdi – dichiara – Lele poteva essere in una camera d’hotel o io potevo essere sotto la doccia. Invece, c’ero, l’ho visto avere mal di testa e, in un attimo, perdere i sensi…Negli oltre venti giorni in cui mio marito è stato in rianimazione, io accanto a lui, incinta del nostro primo figlio, ho attinto a tutte le forze della galassia e dell’universo, per restare in piedi, per tenere il bambino in pancia, per stare vicino all’uomo che amo e sono stata premiata… Quando si è svegliato, è stato bellissimo. Gli comunicavo i messaggi di amici e fan e lui rispondeva, sentiva l’affetto come un’ondata di energia”.
Di recente, sui social, Clio Evans ha mostrato una grande cicatrice alla testa risalente al 2003 quale segno di solidarietà nei confronti del marito. “Ho avuto gli stessi sintomi di Lele, ma nell’arco di due settimane – racconta – Mi hanno trovato una palla di cinque centimetri nel cervello, sembrava un tumore, invece era una placca anomala. Dopo, ho sofferto di epilessia post traumatica. Quando ho visto Lele star male, se non avessi già avuto quell’esperienza, forse, sarei andata nel panico. Però, ora, è stato peggio: quando rischi di perdere chi ami, ti vacilla il terreno sotto i piedi, specie se sei incinta”.
Ma c’è stato anche un altro caso in cui la moglie di Spedicato si è ritrovata di fronte all’ineluttabilità della vita. “Diciamo che fra il 2003 e il 2006 ho passato un po’ di tempo in ospedale e che è un problema superato – confida – Ovviamente, quando la malattia ti tocca, rivaluti il senso delle cose”.
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