Totti racconta l'incontro con Ilary: "Galeotto fu il destino. Voglio 5 figli ma lei mi prende per pazzo" - Perizona Magazine

Totti racconta l’incontro con Ilary: “Galeotto fu il destino. Voglio 5 figli ma lei mi prende per pazzo”

Daniela Vitello

Totti racconta l’incontro con Ilary: “Galeotto fu il destino. Voglio 5 figli ma lei mi prende per pazzo”

| 30/09/2018

In queste settimane Francesco Totti è in tour nei salotti televisivi per presentare la sua autobiografia “Un capitano”. Sabato 29 […]

In queste settimane Francesco Totti è in tour nei salotti televisivi per presentare la sua autobiografia “Un capitano”. Sabato 29 settembre l’ex calciatore è stato ospite di “Verissimo” e in una lunga intervista rilasciata a Silvia Toffanin (amica della moglie Ilary Blasi dai tempi in cui condivisero l’esperienza da Letterine a “Passaparola”, ndr.) ha parlato a 360 gradi della sua vita professionale e privata: dalla passione per la Roma all’infanzia trascorsa a dare calci ad un pallone (“a otto mesi era il mio peluche”), dagli insegnamenti dei genitori alla bocciatura all’esame di terza media, dal primo incontro con una fidanzatissima Ilary Blasi alla proposta di matrimonio. Timido ma grintoso, l’ex capitano della Roma che sognava di fare il benzinaio si definisce un “campione con i piedi per terra”.

L’amore per la Roma

“Ho cercato in tutti i modi di fare felice il popolo romanista sia in Italia che in Europa. Ero romano, romanista e avevo la fascia di capitano. Avevo una grande responsabilità. Sono entrato nella Roma che avevo 12 anni e sono uscito a 40, sono stati 28 anni d’amore e passione. Restare sempre con la maglia per cui tifavo è stato meraviglioso. I colori della Roma sono la mia seconda pelle”.

“Mio papà mi bastonava sempre”

“Mio papà non mi ha fatto un complimento, anzi mi ha sempre bastonato. Mi diceva: ‘Sei una pippa, sei una se*a’. Quando facevo due gol, mi diceva che dovevo farne quattro. Fino ai 40 anni. Fino all’ultimo giorno non mi ha mai detto niente, ora però ha detto che gli manca non vedermi più in campo. E forse è stata questa la mia fortuna. I miei genitori mi hanno insegnato i valori, come portare rispetto verso le persone più grandi, essere sempre me stesso ed essere educato. Anche mia mamma mi ha aiutato in tutto, veniva a prendermi a scuola e poi mi portava agli allenamenti: ogni giorno si faceva 80 chilometri in macchina. Mia madre è rimasta male quando in terza media sono stato bocciato. Io e altri ragazzi non siamo potuti andare in gita perché avevamo degli impegni calcistici, non hanno raggiunto il numero e tutta la classe ha dovuto rinunciare alla gita. Agli esami di terza media le maestre mi hanno detto ‘Porta questo, questo e questo’ e poi mi hanno chiesto tutt’altro. Lo sai che volevo fare il benzinaio? Per l’odore della benzina che mi fa impazzire. E poi hai visto quando aprono il portafogli quanti soldi hanno? Da piccolo suonavo ai campanelli, fingevo di essere Gerry Scotti e scappavo”.

L’incontro con Ilary: “Galeotto fu il destino. Vorrei cinque figli”

Gerry Scotti è nel suo destino, perché anni dopo proprio in un suo programma vede per la prima volta Ilary Blasi e decide che sarebbe diventata sua moglie: “Vedi Silvia… tutto gira intorno a lei. Andiamo verso i 17 anni insieme. Io la vidi in televisione quando faceva la Letterina e appena la vidi dissi al mio amico: ‘Lei diventerà mia moglie, sono pazzo di lei’. Allora era un po’ diversa, non era così bella prima, era un po’ paffutella. L’ho fatta diventare io più bella. No dai scherzo… è sempre stata bella, era solo più giovane. Con la nascita dei bambini l’amore è migliorato e migliorerà ancora di più. Non vuol dire che ci saranno altri bambini (ride, ndr.). Una volta ho detto che ne volevo cinque e mi ha preso per pazzo. Però a poco a poco ce la porto. Devo trovare il momento giusto. Al momento giusto la devo colpire bene e capire la settimana in cui è propensa. Insomma rimango colpito da lei. Un mio amico conosceva la sorella e un giorno eravamo a una festa tutti insieme. La sorella mi ha detto che Ilary era fidanzata. Io ho detto: ‘Adesso è fidanzata, poi si vede’. Grazie alla sorella ci vediamo per la prima volta in un pub a Roma, viene incavolata nera perché aveva perso il telefonino. L’incontro è durato 30 secondi, poi se n’è andata con la sorella. Poi ho chiesto il suo numero e abbiamo iniziato a scriverci, ma niente di che perché lei era fidanzata ed era proprio ligia. La invito ad una partita della Roma, al derby. Faccio una maglia speciale per lei. Ancora non c’era stato niente tra noi, nemmeno un bacio. Ho pensato: ‘Che le scrivo? Ti amo?’ poi la cosa migliore mi è sembrata scrivere ‘Sei unica’. Per mostrarla, però, dovevo fare gol. Mi dovevo impegnare. La sorella, intanto, mi dice che Ilary non può venire e non dormo tutta la notte. Ero nervosissimo. Alle 12.30 le scrivo ‘Ciao, come stai?’, lei non mi ha risposto. Io pranzo con il telefonino accanto. Finalmente mi scrive ‘Sto sul treno. Sto venendo a vedere la partita’. Stavo sdraiato sul letto e ho iniziato a saltare, sembravo stupido. Era come se avessi visto la Madonna. Ero tutto contento. Fortunatamente faccio una delle migliori partite in 25 anni di carriera, faccio uno dei miei gol più belli. Il destino ha voluto che io alzassi la maglietta e le dedicassi quella scritta. Per me lei è unica sia esteticamente che come mamma, come persona, come tutto. Prima ero geloso, non possessivo ma geloso sì. Lei è più gelosa di me ma non lo ammetterà mai”.

La proposta di matrimonio

“L’ho portata in un ristorante, era un lunedì, ero d’accordo con il proprietario e aveva chiuso il locale al pubblico. Arriviamo lì ed era tutto buio. Lei pensava fosse chiuso ma appena ha aperto lo sportello dell’auto è partita una canzone di Celentano, ‘L’emozione non ha voce’, la stessa con la quale ci eravamo conosciuti. La cantava un ragazzo che faceva pianobar. C’era una scia di petali rosa fino al tavolo. A metà serata le ho chiesto di sposarmi. Mi ha guardato, mi ha riguardato e poi ha detto sì. Lei aspettava Cristian. Lo sapevamo solo noi perché ancora erano i primi mesi”.

Cristian e la passione per il calcio

“Sono un papà giocherellone e severo, anche se rispetto a me è più severa Ilary. Speravo che Cristian facesse un altro sport, tipo il tennista, così potevo seguirlo e girare il mondo. Lui però ama il calcio e fino a quando gli piace e si diverte è giusto che faccia quello che vuole. Fortunatamente ha un papà che ha fatto il calciatore e che potrà valutarlo anche in modo crudo. Non sarà semplice per lui, ma è un bambino come tutti gli altri, il cognome va messo da parte. Non è che perché si chiama Totti gli è tutto dovuto, anzi, per come siamo fatti io e Ilary, per fare una cosa dovrà impegnarsi più degli altri. Cristian passerà le pene dell’inferno”.

TOTTI E ILARY, GALEOTTO FU IL DESTINO (VIDEO)

 

Copyright © 2024

Editore: Livesicilia.it Srl - Via della Libertà, 56 – 90143 Palermo Tel: 0916119635 P.IVA: 05808650823
Livesicilia.it Srl è iscritta al Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC) con il numero 19965