“Ho passato qualche anno in cui non sapevo se continuare o fermarmi per sempre. Mi sono chiesto se continuare avesse un senso perché mi sono detto: ‘Che lo compongo a fare un disco tanto per farlo?’. Ci sono tanti artisti che vivono di memoria, non volevo iscrivermi al club”.

Eros Ramazzotti, 55 anni, si confessa in un’intervista a “Vanity Fair” in occasione dell’uscita del suo nuovo album “Vita ce n’è”. Il cantante romano ripercorre vita e carriera. “Sulla mia storia gli americani avrebbero già fatto un film”, dice. Dall’infanzia a Cinecittà all’adolescenza vissuta quasi in solitaria.

“Ero chiuso, più che timido. Il mio migliore amico era Billy, il mio cane – racconta – Un pastore belga con il quale correvo e andavo in piazza a osservare e ascoltare gruppetti pieni di persone che non facevano altro che dire ‘andiamo a ballare, a divertirci, a mangiare una pizza’. Cazzeggiavano tutti. Io stavo in disparte e pensavo che la mia vita dovesse essere comunque un’altra roba”.

Dopo 35 anni di carriera, Ramazzotti replica così a chi anni fa non credeva in lui: “Dicevano che invece di cantare belavo? Me ne sono sempre fregato. Scherzavano sul fatto che avessi la mascella come l’uomo di Neanderthal? Ci ridevo e pensavo: ’Sti cazzi’”. Il cantante, che ha fatto successo “cantando d’amore”, oggi dice: “Ho vinto sempre con quello e adesso, dopo anni di irrisioni, sentire il coro di quelli che riscoprono quel sentimento un po’ mi fa sorridere”.

Poi la frecciatina ai talent show: “Oggi se i giovani resistono due generazioni sono dei mostri e sarebbe difficile emergere anche per me. Imbarcano chiunque per fare cassa e dopo una stagione li accantonano per dare spazio ad altri dieci disgraziati”.

Infine, la conversazione si sposta sulla politica: “Alle ultime elezioni ho votato 5 Stelle e lo rifarei. Ci vuole tempo per cambiare e migliorare l’Italia: parliamo di decenni, non di un anno o due”. E Matteo Salvini? A volte gli appare “duro e pesante” ma, a suo dire, ha un pregio: “Smaschera l’ipocrisia generale”.