Alla soglia degli 80 anni che compirà il prossimo 28 agosto, Maurizio Costanzo traccia un bilancio della sua esistenza in […]
Alla soglia degli 80 anni che compirà il prossimo 28 agosto, Maurizio Costanzo traccia un bilancio della sua esistenza in una lunga intervista a “Chi”.
“Io sono uno che i bilanci li fa spesso e, mai come stavolta, è proprio il caso di dire quanto sono stato fortunato – esordisce – Sono arrivato a questo traguardo in salute e facendo il lavoro che ho sempre sognato. Non amo festeggiare i compleanni, ma pensandoci un regalo lo vorrei: che Maria non smetta mai di volermi così bene”.
Il giornalista ha alle spalle ben 62 anni di carriera. Il potere non è per lui motivo di vanto e ha un unico cruccio professionalmente parlando. “Dicono che sono un uomo severo, ma in realtà lo sono stato più con me stesso – spiega – E che ho anche potere, ma in realtà chi lo è, è colui che ordina e comanda, e io non lo faccio. Credo di aver fatto bene, ma se devo riconoscere un fallimento è quando facevo l’impresario del Teatro Parioli di Roma, perché potevo farlo meglio. Mentre da giornalista non mi pento di nulla, anche se ho solo un rammarico, ovvero quello di non aver mai intervistato un Papa”.
In riferimento ai figli (Saverio e Camilla nati dal matrimonio con Flaminia Morandi e Gabriele adottato insieme a Maria De Filippi, ndr.) dice: “Non so se sono stato un buon padre, dovrebbero dirlo loro, ma i miei tre figli sono tutti persone per bene e forse il merito è anche mio. I miei nipoti? Adoro il nostro rito della pizza: ogni 20 giorni vengono nel mio ufficio e mangiamo tutti insieme: adoro ascoltarli”.
Maria De Filippi merita un capitolo a parte. “E poi c’è lei, la persona più importante della mia vita, con la quale festeggio i 23 anni di matrimonio proprio il giorno del mio compleanno – racconta – Come facciamo ad andare così d’accordo? Uno dei segreti è dormire separati, che non vuol dire libertinaggio come pensano erroneamente in molti!”.
“Non mi spaventa invecchiare, è solo uno stato d’animo – conclude – C’è solo una cosa che mi manca: la vita di prima (ovvero la vita prima dell’attentato di via Fauro che ha subito nel 1993, ndr) quando non dovevo vivere sotto scorta ed ero un uomo libero”.
