Elena Santarelli in tv: "Il tumore di mio figlio? Un problema che risolveremo" - Perizona Magazine

Elena Santarelli in tv: “Il tumore di mio figlio? Un problema che risolveremo”

Daniela Vitello

Elena Santarelli in tv: “Il tumore di mio figlio? Un problema che risolveremo”

| 27/05/2018

Elena Santarelli parla per la prima volta in tv del tumore che ha colpito il suo primogenito Giacomo, nato come […]

Elena Santarelli parla per la prima volta in tv del tumore che ha colpito il suo primogenito Giacomo, nato come la piccola Greta dal matrimonio con l’ex calciatore Bernardo Corradi. La diagnosi è arrivata il 30 novembre dello scorso anno. Da qual momento l’ex Letterina, come tante altre mamme con cui oggi si trova a condividere questo dolore, si divide tra casa e ospedale. La Santarelli racconta gli ultimi cinque mesi della sua vita a “Verissimo” e spiega all’amica Silvia Toffanin come mai, nonostante tutto, si reputi fortunata.

“SONO UNA MAMMA GUERRIERA, DAL CANCRO SI PUO’ GUARIRE”
“Sono famosa nei reparti per essere una mamma tosta, una mamma guerriera. Non è facile ma sono qui per dare un messaggio di speranza: dal cancro si può guarire. La prima che si sente impotente sono io perchè più di tanto non posso fare, se non essere una mamma molto allegra e piena di positività. Le amiche ci sono. Se ho bisogno chiamo e chiedo aiuto. Ma la verità e che questo problema, perchè io lo chiamo così anche con mio figlio, me lo risolvo tra le mura di casa con mio marito e le altre mamme guerriere che mi capiscono perchè parliamo lo stesso linguaggio. Siamo una squadra, bisogna rimanere uniti e positivi. Devo anche ringraziare gli psicologi che sono nel reparto di oncologia perchè inizialmente rifiutavo l’aiuto di tutti. Poi una psicologa mi ha preso da parte e mi ha spiegato che bisogna cercare di tornare alla normalità, di portare energia positiva. La testa comanda tutto. Se il bambino vede la mamma allegra e positiva, di conseguenza avrà un atteggiamento positivo e allegro”.

“E’ LA PROVA PIU’ DIFFICILE DELLA MIA VITA”
“Di provini ne ho fatti tanti ma questa è stata la prova più difficile. Mi hanno chiesto di recitare la parte più difficile: quella della madre serena fino alla fine delle cure. Nella mia stessa situazione ci sono tante altre mamme che sono diventate mie amiche e che mi hanno aiutato in questo percorso. Quando sono entrata la prima sera in ospedale con la mia valigia carica di speranza, io e mio marito ci siamo guardati e, senza farci sentire da nostro figlio, ci siamo detti ‘ma veramente ci sta succedendo questo?’. Piano piano, le altre mamme si sono avvicinate e mi hanno dato tanto coraggio. Cosa che ho fatto poi anch’io con le nuove mamme”.

“GIACOMO E ‘IL MIO EROE E CONOSCE LA VERITA'”
“Giacomo compirà 9 anni a luglio. E’ un bambino molto intelligente. E’ il mio eroe. E’ veramente un bambino eccezionale ma non lo dico perchè è mio figlio. E’ un bambino speciale, carico di energia, affronta le cure come tanti altri bambini altrettanto speciali. Penso che questi problemini accadano a bambini speciali in grado di portare questo peso sulle spalle. Con Giacomo abbiamo usato un linguaggio chiaro. In casa il problema si chiama tumore proprio perchè ci hanno consigliato di non nascondere la verità. I primi giorni ero fuori di testa, piangevo dalla mattina alla sera, sempre lontana dagli occhi di mio figlio. Pochi giorni dopo il ricovero, vado in ospedale e mio figlio mi dice ‘mamma, sei brutta e hai le occhiaie’. Aveva avvertito che c’era qualcosa che non andava, forse più grande di quello che gli avevamo raccontato. Il racconto nei confronti di Giacomo è stato graduale”.

“IN CASA SIAMO IN SEI, COMPRESO IL TUMORE”
“La parola tumore la usiamo in casa senza paura. Ormai in casa siamo in sei: io, Bernardo, Giacomo, Greta, il cagnolino Neve e il tumore. Che c’è e lo affrontiamo. È una battaglia che si può assolutamente vincere, ne sono convinta. Le cure di Giacomo non sono ancora terminate ma siamo tutti super positivi perché stanno andando nel verso in cui dovrebbero andare per tutti. Lui studia, forse non perderà l’anno scolastico. Molti definirebbero questa condizione una disgrazia, per me invece non lo è: è un’opportunità di fare questo passaggio della vita e magari trarne anche dei benefici. Mi sento anche tanto fortunata rispetto ad altre persone: perchè vivo a Roma e l’ospedale è qui. Tante mamme vengono da fuori, devono lasciare il lavoro, la famiglia, la casa e non è facile. Non hanno il conforto di un’amica, ho visto genitori che fanno sacrifici economici per spostarsi a Roma”.

“FAMOSA O NO, RICCA O POVERA, IL DOLORE E’ LO STESSO PER TUTTI”
“Non mi sono allontanata dalla fede. Ci sono persone che hanno fatto gruppi di preghiera per mio figlio e devo ringraziarle. Io ho pregato tanto e prego ancora. Ho trovato tanto affetto e tanta solidarietà. Siamo tutti uguali quando succedono queste cose, famosa o non famosa, ricca o povera. Il dolore è lo stesso. Nella mia famiglia c’è già stato un problema di questo tipo. Mia zia ha perso suo figlio dieci anni fa. Mai avrei immaginato che sarebbe accaduto a me. Egoisticamente pensi che queste cose accadano agli altri. All’inizio non avevo questa forza. Sono stata male. Anche oggi sto male, ho momenti in cui mi devo sfogare da sola o con mio marito. La forza mi viene perchè ci sono altre famiglie che si trovano in situazioni peggiori. Quindi è difficile anche che io mi lamenti. In alcune famiglie addirittura il marito, saputa della diagnosi del figlio, scappa. Avere un uomo accanto come Bernardo, di spirito positivo, fa e aiuta”.

“SIAMO UNA FAMIGLIA NORMALE CON UN PROBLEMA DA RISOLVERE”
“Non ho mai trattato mio figlio da malato. Con mio marito ci dividiamo i compiti. Lui fa la notte in ospedale perchè io voglio mettere a letto Greta, la piccolina di casa. Tornare a casa e trovare questa piccolina che ti viene incontro ti fa dimenticare tutto quello che hai visto sino a poco prima. Lei non è consapevole di nulla ed è questa la bellezza. E’ serena, litiga con suo fratello, non gli fa sconti. Sono cane e gatto. Siamo una famiglia normale con un problema da risolvere”.

LO SCIACALLAGGIO SUI SOCIAL
“Raccontarlo sui social è stata la scelta migliore, tralasciando lo sciacallaggio di alcuni siti internet che non mi ha fatto sicuramente piacere. Con quel messaggio volevo dare una speranza. Poi mi avevano visto in ospedale, mi avevano visto piangere e mi arrivavano telefonate da parte di testate giornalistiche. Prima o poi la notizia sarebbe uscita”.

“LA DIAGNOSI E’ STATA UN PUGNO NELLO STOMACO”
“Come mi sono accorta che mio figlio stava male? Una mamma capisce sempre quando qualcosa non va. Ho notato un cambiamento in mio figlio, non posso dire cosa perchè creerei allarmismo a casa. All’inizio non avrei mai pensato ad un tumore. Per questo quando è arrivata la diagnosi, a me e a mio marito è arrivato un pugno nello stomaco. E’ stata una cosa lacerante. La ferita si sta cucendo piano piano. Quando ti arriva una diagnosi così, si ammala un po’ tutta la famiglia. Il dolore è di tutti. Poi giorno dopo giorno ti viene una forza che non so neanche io dove la trovo. So solo che non amo essere negativa perchè non serve a niente. Viviamo giorno dopo giorno. Il fatto stesso che si possa curare mi sembra già una grande vittoria. Giacomo non si lamenta mai, a parte di qualche limitazione. Lui mi ha chiesto di dirgli sempre la verità”.

“NON CHIEDETEMI COME STO”
“E’ vero, mi dà fastidio quando mi chiedono come sto. Io sto bene ma non benissimo. Sono in attesa di urlare ‘sto benissimo’. E’ un percorso molto lungo, non si tratta di prendere una pasticca e il giorno dopo ti passa la febbre”.

LA SANTARELLI CONTRO LE CURE ALTERNATIVE ALLA CHEMIO
“La ricerca deve andare avanti. Sono stati fatti passi da gigante. Mi sono arrivati anche messaggi che non ho accettato, ci sono state persone che mi hanno detto di curare mio figlio con le erbe o con medicine alternative. Gli ingredienti per curare il tumore sono 4: la chemioterapia, la radioterapia, l’allegria della famiglia e la positività della mamma e del bambino”.

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