Eleonora Giorgi, la drammatica confessione: "Ero immersa nella follia, esisteva solo l'eroina" - Perizona Magazine

Eleonora Giorgi, la drammatica confessione: “Ero immersa nella follia, esisteva solo l’eroina”

Daniela Vitello

Eleonora Giorgi, la drammatica confessione: “Ero immersa nella follia, esisteva solo l’eroina”

| 03/03/2018

In un’intervista rilasciata a “La Confessione” di Peter Gomez in onda su Nove Tv, Eleonora Giorgi ripercorre la sua vita […]

In un’intervista rilasciata a “La Confessione” di Peter Gomez in onda su Nove Tv, Eleonora Giorgi ripercorre la sua vita e la sua carriera fatte di luci e ombre: dagli esordi quando era giovanissima (“Mi ritrovai a essere la Lolita d’Italia, un’immagine che non mi corrispondeva per niente. Gli uomini si aspettavano da me un certo tipo di suggestione erotica che non mi apparteneva”) alla dolorosa parentesi con la droga. Prima l’erba, poi l’Lsd e infine l’eroina.

L’attrice cadde in questa spirale dopo la perdita del suo fidanzato, morto all’età di 17 anni. All’epoca lei aveva 21 anni. “A novembre del ’74, un mese prima di compiere 18 anni, il mio fidanzato Alessandro Momo perse la vita in un incidente in moto – racconta – gliela avevo imprestata io. Da quel momento mi sono persa, poco dopo ho cominciato a drogarmi. Quella moto non l’ho mai ritirata e non sono mai più salita su una moto. Io non sapevo che avesse 17 anni, pensavo ne avesse 20. Ho approcciato la droga poco tempo dopo la sua morte”.

“Come è avvenuto il passaggio dalle droghe leggere a quelle pesanti?”, chiede il conduttore. “Si trattava di un’appartenenza generazionale – confida la Giorgi – Per chi viveva la propria gioventù negli anni ’70, era quasi naturale provare certe esperienze”.

L’attrice svela cosa accadeva nella casa-studio del pittore Mario Schifano: “Mario era completamente folle. Io allora non sapevo nemmeno cosa fosse la cocaina. Non capivo perché, vestito di nero, in quella grande casa vuota, Schifano zompettasse elettrico da tutte le parti. C’era una pipa di oppio che le persone si passavano di mano in mano. Io pensavo si trattasse di una cosa indiana, invece mi si incrociarono gli occhi e svenni come ipnotizzata. Ho fatto il sonno più lungo della mia vita”.

Poi arriva la dipendenza dall’eroina. “Mi ritrovai immersa in qualcosa di folle, non mangiavo più, non uscivo più: c’era solo l’eroina – ricorda – La tiravamo, la fumavamo, non era più vita”. A tirarla fuori da quel baratro è Angelo Rizzoli che poi divenne suo marito.

“Al di là dei problemi giudiziari che arrivarono dopo – spiega – l’incontro con Angelo mi restituì alla vita: andai in clinica e mi disintossicai. Oggi posso dire che è una delle cose che non rifarei”.

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