Blitz dei Nas nel bistrot di Cannavacciuolo, l'amarezza dello chef: "Viene voglia di andarsene" - Perizona Magazine

Blitz dei Nas nel bistrot di Cannavacciuolo, l’amarezza dello chef: “Viene voglia di andarsene”

Daniela Vitello

Blitz dei Nas nel bistrot di Cannavacciuolo, l’amarezza dello chef: “Viene voglia di andarsene”

| 22/12/2017

Il noto chef televisivo Antonino Cannavacciuolo è finito nei guai. Come riporta “La Stampa”, “nelle ultime settimane l’Asl e i […]

Il noto chef televisivo Antonino Cannavacciuolo è finito nei guai. Come riporta “La Stampa”, “nelle ultime settimane l’Asl e i carabinieri del Nas hanno avviato una serie di controlli a campione nei ristoranti più esclusivi della città. Dalle verifiche sono emerse piccole e grandi irregolarità – tre in tutto i locali a cui sono state contestate violazioni amministrative -, ma ad avere la peggio è stato proprio il Cannavacciuolo Bistrot Torino, che ha aperto i battenti da pochi mesi. Staff giovane e preparato, menù degustazione da 75 euro a testa e percorso degustativo dei vini, cinque calici, a 60. Ma, tornando al congelatore, cosa hanno trovato i militari del Nas e gli ispettori dell’Asl? Pesce, pasta, dolci e ortaggi, tutti sottoposti al processo di «abbattimento». E cosa ci sarebbe di male? Di per sé nulla, non fosse altro che sui menù destinati ai clienti, accanto ai piatti proposti, mancava l’indicazione degli alimenti congelati”. La seconda violazione (amministrativa) sarebbe legata alla registrazione dei prodotti, consegnati di volta in volta al locale, non esattamente puntuale.

Per la moglie del giudice di “MasterChef” , Cinzia Primatesta, responsabile della società Ca.Pri. che gestisce la catena di ristoranti dello chef, e per il direttore della ristorazione del bistrot Torino, Giuseppe Savoia, è scattata la doppia denuncia a piede libero per frode in commercio e una multa di 1500 euro.

Cannavacciuolo e il suo staff precisano che si tratta di un equivoco. “Ma quale frode? Per me significa fregare i clienti – spiega lo chef  – E né io, né mia moglie, né il nostro staff lo ha fatto, lo fa o lo farà mai. Va bene che ci siano delle regole, ma applicarle in questo modo è assurdo. Si parla tanto delle difficoltà che gli imprenditori sopportano per lavorare in Italia, in qualsiasi settore. Ecco: storie come questa fanno venire voglia di andarsene da un’altra parte”.

“Prodotti come il pesce devono essere abbattuti per legge – prosegue – Procedimento che era correttamente indicato, ma soltanto al fondo della carta. Certo: abbiamo sbagliato, c’è poco da discutere. Ma non l’abbiamo certo fatto in malafede. D’ora in avanti un asterisco lo indicherà accanto ad ogni piatto. Fine della storia”.

“Quella che finisce in tavola è sempre fresca, ci mancherebbe – conclude – Può succedere, però, che ne avanzi un po’. E allora viene congelata, ma esclusivamente per uso personale e non per essere proposta successivamente ai clienti. Insomma, il cibo buono non si butta. Ma quella roba, lo ripeto, ce la mangiavamo noi e nessun’altro. Sui nostri pavimenti si potrebbe pure mangiare”.

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