Filippo La Mantia, il cuoco palermitano curerà la cena di gala della Prima della Scala - Perizona Magazine

Filippo La Mantia, il cuoco palermitano curerà la cena di gala della Prima della Scala

Daniela Vitello

Filippo La Mantia, il cuoco palermitano curerà la cena di gala della Prima della Scala

| 01/12/2017

Filippo La Mantia curerà la cena di gala al termine della Prima della Scala. Un oste e cuoco palermitano (non […]

Filippo La Mantia curerà la cena di gala al termine della Prima della Scala. Un oste e cuoco palermitano (non chiamatelo chef, come da sua espressa richiesta) firmerà dunque l’evento simbolo di Milano. Una scelta rivoluzionaria come rivoluzionaria è l’opera, l’Andrea Chénier di Umberto Giordano, che andrà in scena il prossimo 7 dicembre.

Cinquecento i commensali radunati al termine dell’opera nei saloni della Società del Giardino in via San Paolo, a pochi passi dalla Scala. “Sono abituato alle cene per molte persone. E a questa lavoriamo da due mesi — racconta La Mantia al “Corriere della Sera” — Quando mi hanno fatto la proposta, per me, palermitano, è stata una grande sorpresa. Sono felicissimo: questo è un altro segno di apertura di Milano, la città che mi ha adottato: il mio ristorante (aperto nel 2015, ndr.) oggi del resto è frequentato soprattutto da milanesi”.

Il menu sarà franco-siciliano. A La Mantia è stato infatti chiesto di ispirarsi alla ricette dei monsù, i cuochi delle famiglie nobili francesi emigrati nel Sud Italia dopo il 1789. “In quel periodo – spiega – è nata in Sicilia una cucina che mixava sapori nostrani a quelli d’oltralpe. E così, dopo aver letto il libretto dell’opera, ho pensato di proporre come primo un riso con brodo di cappone e di caso fresco, marroni tostati e foglia di pane al sapore di finocchietto. Il riso, in fondo, non è solo milanese: fu importato dagli Arabi in Sicilia, è così del resto che nacquero le arancine”.

Per quanto riguarda il secondo, la scelta è caduta su un falso magro di gallina: “Un paradosso siciliano: dentro c’è di tutto, ogni ben di Dio che le donne trovavano al mercato. Io preparo la farcitura con uvetta, pinoli, uova, mollica di pane, mentuccia, capperi tritati e un infuso di lavanda”. A seguire ratatouille, “che ricorda la mia caponata invernale”, e mini panettone a forma di albero di Natale.

L’ultima prova menu è stata particolarmente ardua. “Si sono presentati in otto, schierati come fossero marines – svela La Mantia – Erano alla ricerca del pelo nell’uovo, di qualunque errore. Ma alla fine chi doveva decidere mi ha detto: è uno dei più bei menu che abbia mai assaggiato. È stata una soddisfazione enorme”.

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