Sandro Mayer, dopo anni ecco la verità sul suo presunto parrucchino - Perizona Magazine

Sandro Mayer, dopo anni ecco la verità sul suo presunto parrucchino

Daniela Vitello

Sandro Mayer, dopo anni ecco la verità sul suo presunto parrucchino

| 16/11/2017

“Non è un parrucchino, ma un trattamento che non mi decidevo a fare perché troppo costoso. Un giorno mi sono […]

“Non è un parrucchino, ma un trattamento che non mi decidevo a fare perché troppo costoso. Un giorno mi sono guardato allo specchio e ho capito che dovevo superare quel blocco, era una spesa che, dopo anni di onorata carriera, potevo permettermi. E l’ho fatto. Per me”. A parlare così in un’intervista al settimanale “F” è Sandro Mayer. Il direttore di “DiPiù” svela com’è riuscito a risolvere il problema della calvizie. Sul mistero della sua chioma sono stati spesi fiumi d’inchiostro.

Nella lunga intervista concessa al magazine, Mayer – che è stato anche direttore di “Gente”, “Epoca” e “Bolero” oltre che inviato per “Novella” e “Oggi” – spiega anche come si è evoluto il mondo del gossip. Prima “le celebrità erano molto più disponibili a parlare di sé – racconta – Avevano capito che gli conveniva: se entri nel cuore della gente e permetti che i giornali facciano di te un personaggio, la tua carriera si rafforza e puoi superare il fallimento di un film, che prima o poi capita a tutti”.

Il giornalista, che nella sua carriera ha intervistato personaggi del calibro di Gheddafi e Ronald Reagan, parla dei suoi vent’anni al timone di “Gente”. “Mi ricordo il numero record: Edwige Fenech in costume da bagno, un milione e mezzo di copie – ricorda – Ero convinto che a vendere fosse stata la sua bellezza, invece il distributore mi disse che era stata la dieta di Rosanna Lambertucci. L’avevo incontrata in tv e insieme ci eravamo inventati la dieta personalizzata. Un successo clamoroso per cui ci hanno odiati. Povera Lambertucci”.

Lo scoop più clamoroso? “Ero direttore di Gente e di Eva tremila e mi trovavo in Costa Azzurra in vacanza. Mi raggiunse un fotografo per mostrarmi un servizio clamoroso, sembrava maneggiasse una bomba. Quando vidi le foto al bar dell’hotel Negresco di Nizza ancora un po’ cado dalla sedia: ritraevano il marito di Stéphanie di Monaco, Daniel Ducruet, in una performance a luci rosse con una ballerina. Chiamai subito Alberto Rusconi che comunque era un tipo frizzantino e mi autorizzò l’acquisto, anche se erano un sacco di soldi. Dovevo però pubblicare due servizi: quello più hot andò su Eva e uno più sobrio su Gente. Successe il finimondo: Stéphanie chiese il divorzio. Ma non fu certo colpa mia”.

Infine, Mayer rivela come mai in ogni numero di “DiPiù”, che dirige dal 2004, non può mancare un servizio su Padre Pio: “Sono credente ma non quanto la gente pensa, non sono praticante. È successo che una notte Padre Pio mi è apparso ed era incavolato nero perché non lo mettevo sul giornale; io nel sogno gli rispondevo: ‘Non ti metto perché non fai vendere’. E lui: ‘Tu mettimi e vediamo’. La mattina dopo ero talmente turbato che feci riaprire il giornale per inserire qualcosa sul santo e misi pure lo strillo in copertina. Nei giorni successivi il distributore mi disse che il giornale era andato a ruba per Padre Pio. Venne fuori che aveva molti fedeli, anche tra gli attori, anche se mediaticamente se ne parlava poco. Da allora è nato un legame e non faccio più un numero senza Padre Pio”.

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