"O me o la setta", l'aut aut di Eros Ramazzotti a Michelle Hunziker - Perizona Magazine

“O me o la setta”, l’aut aut di Eros Ramazzotti a Michelle Hunziker

Daniela Vitello

“O me o la setta”, l’aut aut di Eros Ramazzotti a Michelle Hunziker

| 06/11/2017

In un’intervista rilasciata a “Verissimo” in occasione dell’uscita del suo libro “Una vita apparentemente perfetta”, Michelle Hunziker parla per la […]

In un’intervista rilasciata a “Verissimo” in occasione dell’uscita del suo libro “Una vita apparentemente perfetta”, Michelle Hunziker parla per la prima volta in tv dei cinque anni trascorsi in balia di una setta. All’epoca la conduttrice svizzera era sposata con Eros Ramazzotti ed era già mamma di Aurora.

“Non è assolutamente un libro triste – spiega – è un libro che vuole dare forza e speranza a tutte le persone che in un determinato momento della loro vita sono state o sono fragili e possono cadere in una dipendenza che può essere una setta, ma anche l’alcolismo, la tossicodipendenza. L’obiettivo è quello di dare forza a chi ci sta cascando e soprattutto a chi è accanto a chi sta cascando in una situazione del genere”.

“Io avevo 22-23 anni e non potevo desiderare di più dalla vita – ricorda – Ero una ragazza estremamente fortunata. Non pensavo che il passato potesse tornare. Ad un certo punto, improvvisamente, ho cominciato a perdere i capelli e non c’era nessuno che riuscisse ad aiutarmi. E’ arrivata questa Clelia, portata dal mio manager Franchino Tuzio (scomparso di recente, ndr.). A lui Clelia aveva salvato la vita. Questa donna mi fece una pranoterapia e da lì, dopo due sedute, mi fece fare delle confessioni come fanno gli psicologi e cominciai a produrre capelli dove non c’erano più. Avevo una grande gratitudine nei suoi confronti”.

“Io ho avuto un’infanzia difficile, con un papà che amavo tantissimo ma che purtroppo era alcolizzato – svela Michelle – Io l’ho giudicato e a 14-15 anni ho smesso di parlare con lui. Però dentro era una ferita incredibile e questa ferita si è manifestata attraverso uno stress pazzesco, anche fisico. Questa signora mi fece confessare questo dolore. Mi disse che dovevo andare a casa del mio papà, abbracciarlo e dirgli che gli volevo bene. Lo feci e ritrovai mio padre. Questa cosa mi legò tantissimo a questa figura. Lei cominciò a reclutare persone e creò una setta. Io ci sono entrata senza neanche accorgermene. Come tutte le sette la prima cosa che devono fare, per controllarti, è allontanarti dalla tua famiglia, fare leva sulle tue debolezze. Lei mi ha teso una trappola. All’inizio mi ha dato questa sensazione di volere il mio bene e poi man mano mi diceva che mia mamma e mio marito non mi volevano bene, che la mia famiglia era negativa per me. Io ho allontanato tutti. Ero convinta di fare il giusto per me e per la mia anima perché era un percorso spirituale. Non c’è niente di più facile che ricattare una persona, anche intelligente, con Dio e con l’amore. Clelia mi ha riportato da mio papà, ma mio papà dopo un anno è morto. Questa cosa mi aveva totalmente destabilizzato. Io avevo bisogno di risposte. Loro mi dicevano che mio marito era negativo per me ma io lo amavo tantissimo. Questa dualità mi uccideva. Nel frattempo facevo “Zelig”, quindi dovevo ridere sul palco. A un certo punto Eros mi dice ‘o me o loro’. Loro mi avevano detto ‘una persona che ti ama non ti mette davanti a una scelta del genere’. Mi avevano intortato per bene. Quindi ho deciso di andare per la mia strada”.

“Io non avevo il permesso di parlare con nessuno –aggiunge – Più andavo avanti, più mi chiedevo: ‘Ma perché mia mamma non viene a cercarmi? Perché non vieni ad aprire la porta di casa e mi porta via?’. Filtravano tutti i messaggi, tutte le chiamate. Mia madre mi ha confessato che veniva di nascosto a vedermi a teatro. Il mondo è pieno di questi finti guru, di questa gente che ti spilla i soldi fingendo di salvarti. Adesso si chiamano life-coach. Avevamo un regime alimentare particolare e dovevamo praticare l’astinenza sessuale. La mia migliore amica, che è uscita due anni prima di me, veniva tenuta sotto controllo perché era la ribelle del gruppo. Mi figlia Aurora, che aveva 3-4 anni, di questa storia non si ricorda niente. Ma un giorno mi ha guardato e mi ha detto ‘rivoglio la mia mamma bionda e sorridente, io con te non ci gioco’”.

“Quando ho lasciato la setta – conclude – sono stata inondata di telefonate: mia mamma che mi voleva vedere, Eros che mi diceva ‘se hai bisogno ci sono’, Pier Silvio, tutta l’azienda, tutti i giornalisti, i direttori dei giornali. Oggi, dopo tutti questi anni, voglio dire grazie a tutti. Non mi hanno fatto domande, hanno avuto un grande rispetto. Il dopo è stato difficile. La maga mi aveva detto che se avessi lasciato la setta sarei morta. Io le ho creduto. Per tre anni di seguito, mi sono svegliata alle 3 di notte con l’attacco di panico convinta che stessi per morire. Mia madre non l’ho vista per quattro anni. L’abbraccio di quando l’ho rivista non lo dimenticherò mai più. Le chiesi di non farmi il processo. Lei è stata la prima a leggere il libro e non sapeva niente di tutto questo. Mi ha chiamato piangendo. Non riesco ad odiare Clelia, nonostante tutto. Io non la giustifico, però anche lei è una persona con dei problemi. Continuerò ad esserle grata perché lei mi ha riportato il mio papà e ho avuto la possibilità di viverlo per un anno. Se non avessi fatto questo passo, oggi sarei un’altra donna. Sarei rimasta con il senso di colpa per tutta la vita. A tutti quelli che hanno problemi con i loro genitori, voglio dire ‘ritrovate la vostra famiglia perché la famiglia è tutto’. Quando ho ritrovato i miei cari, è ricominciata una nuova vita ed è per quello che sorrido sempre”.

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