Sgozzato da un ubriaco, la storia di Luca commuove i telespettatori - Perizona Magazine

Sgozzato da un ubriaco, la storia di Luca commuove i telespettatori

Daniela Vitello

Sgozzato da un ubriaco, la storia di Luca commuove i telespettatori

| 27/04/2017

“Le Iene” raccontano la storia di Luca, un ragazzo costretto a vivere con la parte superiore del corpo bloccata a causa di un’aggressione ad opera di un ubriaco.

“E’ una storia folle, di quelle però che accadono sempre più spesso nelle strade delle nostre città, anche quando si fa di tutto per evitarle”, spiega l’inviata Giovanna Nina Palmieri.

“E’ cambiata la vita, io sto vivendo aspettando – racconta Chiara, la fidanzata 20enne di Luca – Non faccio altro che aspettare e prendermi cura di lui. Solo che ogni volta che ritorno a quella sera, faccio fatica proprio a credere che sia successo per una cosa del genere”.

Ma ecco i fatti. Lo scorso settembre Luca viene aggredito da un 50enne ubriaco all’interno di un pub. Il giovane è colpevole di non ridere alle sue battute e di non rispondere alle sue provocazioni. Non contento, l’uomo in stato di ebbrezza inizia a molestare sessualmente la cugina minorenne di Luca. Seppure infastidito, il ragazzo continua ad ignorare quell’uomo. Il gruppo decide di non assecondarlo ed esce dal locale. L’uomo li raggiunge  e taglia la gola a Luca con un calice da birra che, per la forza dell’impatto, si rompe diventando affilato come una lama.

“E’ successo tutto in pochi secondi e vedere tutto questo con i miei occhi è stato orribile“, ricorda Chiara in lacrime.

Luca viene operato, il dottore comunica che l’intervento è andato bene ma che Luca non tornerà come prima a causa dei danni cerebrali subiti.

Da quel momento Chiara si dedica a Luca che non ha più la mamma.  Ad aiutarla c’è Mattia, fratello di Luca.

“Questo ragazzo ha tutte le potenzialità per avere un’ottima ripresa di movimento – spiega  il fisiatra – quello che ci preoccupa è l’aspetto cognitivo che in realtà è il vero danno. La presenza della fidanzata è meglio di mille medicine”.

Ma al di là dell’amore e della vicinanza delle persone care, Luca avrà bisogno di cure specialistiche per tutta la vita.

“Abbiamo fatto richiesta di risarcimento ma l’aggressore non ha nulla – rivela Chiara – Luca ne ha bisogno perchè gli devono essere assicurate le migliori cure. C’è stato il processo. Questo signore è in carcere ma ha richiesto i domiciliari. Le indagini sono concluse, lui ha ammesso la sua colpa, quindi purtroppo per la legge può andare a casa. E’ stato condannato per lesioni gravissime, noi invece abbiamo sempre portato avanti il tentato omicidio”.

In realtà, spiega la Iena, la legge è stata applicata correttamente e il reato di tentato omicidio non si configura, poichè l’aggressore prima di sferrare il colpo alla gola di Luca non aveva rotto il bicchiere rendendolo quindi tagliente per utilizzarlo volutamente come arma.

Da contestare è semmai il fatto che la pena sia molto blanda. “I domiciliari non sono concepibili perchè qui comunque si parla di vita – conclude Chiara – Grazie al cielo Luca è qua ma poteva non esserci, non si sa quando potrà tornare a casa né come ci tornerà e non riesco a concepire che quell’uomo tra qualche giorno possa tornare a casa, prima di Luca. Questa pena mi sembra veramente un’offesa. Nel giorno del processo, ha portato una lettera leggendola in lacrime e ha fatto capire che non avrebbe mai voluto uccidere Luca dato che lui è padre di due figli. Posso anche provare a crederci, ma non posso accettare la pena che gli è stata data”.

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