“Selvaggia Lucarelli non è un comico, ma è giudice nella giuria di un talent show sulla comicità che va in onda su La7, non è una ballerina, però è giudice in Ballando Con Le Stelle, non è una giornalista, tuttavia scrive su Il Fatto Quotidiano, non è un d.j., però ha un programma radiofonico molto seguito”. A parlare così su Facebook è il prof. Guido Saraceni – docente di Filosofia del Diritto e Informatica Giuridica all’Università degli Studi di Teramo.

Per il professore, seguito da oltre 65mila persone, “Selvaggia Lucarelli è brava – come d.j., blogger e personaggio televisivo – ma è anche il simbolo di un Paese sui generis, in cui tutto è in ordine e niente è a posto. Se Berlusconi diventa improvvisamente animalista e Renzi va in televisione a parlare di vaccini, possiamo legittimamente ipotizzare che il prossimo Presidente del Consiglio sarà un gattino”.

La replica della giornalista de “Il Fatto Quotidiano” non tarda ad arrivare corredata da uno screenshot di alcune conversazioni private: “Mi pare che questo simbolo dell’Italia sui generis non le dispiaccia poi così tanto. Male professore, andiamo molto male. P.s. Voleva fare un programma TV in Australia con me senza essere un personaggio TV. Di questo passo all’università faranno rettore un furetto! “.

 Ma non è tutto. Perchè la Lucarelli rincara la dose su Facebook: “L’esimio professor Saraceni è il top. Un professore universitario che da anni si sforza di diventare webstar e cerca la tv e la popolarità come le falene la luce. Mi scrive da tempo perché ho condiviso un suo post secoli fa. Mi invita a vederci. Mi invita alla sua università. Mi chiede se può fare un programma TV con me in Australia. Mi chiede di dargli una mano a trovare un editore. Mi manda i suoi selfie. Le foto di lui in TV. Mi elenca i suoi successi sul web e i like che riceve. Io sono gentile, ma negli anni declino inviti di ogni tipo. Poi due giorni fa scrive un post sulla solita solfa che sono giudice in programmi senza competenze e scrivo senza il tesserino da giornalista e blablabla per poi concludere che io, Renzi e non so chi siamo il simbolo di un paese in cui niente è a posto blablabla”.

Poche ore dopo arriva la controreplica di Saraceni: “Allora, cara Selvaggia Lucarelli, chiariamo la questione. Ti ho contattato in privato perché tu commentasti il mio post sulla privacy definendomi “mito vivente” ed aggiungendo che saresti stata disponibile a “pulirmi la lavagna alla fine della lezione”. Chissà per quale motivo, ho creduto di esserti simpatico. Quando ti ho chiesto di vederci, mi hai risposto che saresti partita per l’Australia per girare un programma televisivo, del quale ignoravo sinceramente l’esistenza, ma che sicuramente avremmo preso questo caffè insieme in futuro. Ci tengo a sottolineare questo passaggio, perché sarebbe bello che le persone capissero che non parlo da solo. Però dovranno fidarsi di me, perché pubblicare parti di una conversazione privata è una delle cose più scorrette che si possano fare qui su Facebook. Non si tratta tuttavia della cosa più scorretta, la cosa più scorretta in assoluto è selezionare alcune parti di quella stessa conversazione per far fare la figura del matto al tuo interlocutore. Ricapitolando: se vuoi erigerti a paladina della comunicazione, per il futuro, prova a ricordare tre regole fondamentali: 1) Non si pubblicano le conversazioni private; 2) Non si omettono parti di conversazione; 3) Non ci si arroga il diritto di insegnare agli altri come ci si comporta su Facebook utilizzando gli stessi identici metodi da “bullo digitale” e da “gogna mediatica” che condanni quando si tratta di pagine che, per un motivo o per un altro, ti stanno antipatiche. Un caro saluto”.