"Vuoi intervistarmi tu?", gelo in studio tra Giuliana De Sio e Silvia Toffanin - Perizona Magazine

“Vuoi intervistarmi tu?”, gelo in studio tra Giuliana De Sio e Silvia Toffanin

Daniela Vitello

“Vuoi intervistarmi tu?”, gelo in studio tra Giuliana De Sio e Silvia Toffanin

| 05/02/2017

Silvia Toffanin non poteva di certo immaginare che l’intervista a Giuliana De Sio sarebbe stata tra le più difficili della sua carriera.

Prima di lei, anche Cristina Parodi aveva avuto qualche problema con l’attrice durante una puntata de “La Vita in Diretta”.

Ieri, a “Verissimo”, è toccato per l’appunto alla Toffanin fronteggiare il “nervosismo” e le frecciatine della protagonista de “Il Bello delle Donne”.

Sin dalle prime battute, la De Sio ha cercato di prendere in mano le redini della conversazione. “Ma l’intervista me la vuoi fare tu?”, ha chiesto la conduttrice infastidita dalle domande dell’attrice.

“Lo sai che sarebbe veramente carino? Io mi divertei di più...Non te le faccio le domande, se no poi dicono che sono sovversiva….Tutti giorni mi ribello, tutti i giorni c’è qualcosa che mi dà fastidio, sono intollerante”, ha replicato la De Sio facendo l’elenco di ciò che l’aveva infastidita nelle ultime ore compreso svegliarsi presto per concedere quest’intervista.

“Mi fanno arrabbiare le persone vuote – ha precisato l’attrice -Io lo sento il vuoto dentro le persone. Il vuoto fa un rumore terribile, il pieno è silenzioso, è gradevole”. Sentendosi chiamata in causa, la Toffanin ha strabuzzato gli occhi e commentato: “Se mi dici pure che sono vuota…”.  La De Sio ha negato di riferirsi a lei e ha proseguito con l’intervista che si è mantenuta sempre sul filo del rasoio.

Tra i momenti più intensi, quello in cui l’attrice ha ricordato la madre scomparsa qualche settimana fa: “Guardate che bella la mia mamma. Mia mamma è morta da poche settimane e ora mi hai lasciato senza parole. Me la porto dentro, mi porto dentro bene e male, come sempre, perché il rapporto tra figli e genitori non è mai perfetto. Il bene è la sua integrità, fino alla follia, cosa che mi ha portato a capire regole della buona educazione. Ma anche l’anarchia. Mi ha dato un po’ di bellezza, un po’ perché lei era bellissima, mi ha dato amore e sono contenta di essere stata sua figlia, anche se mi ha fatto anche soffrire, perché era una persona dura”.

“Io sono andata via di casa anche abbastanza presto, a 18 anni, non mi confidavo con lei perché tendeva a giudicare, però ci sentivamo ogni giorno al telefono –  ha aggiunto – Mi manca molto, la morte di un genitore ti mette davanti alla morte stessa, all’assenza, percepisci un vuoto che sembra incolmabile. Lo sto affrontando anche adesso, che è la prima volta che ne parlo in pubblico”. “Sfortunatamente io sono atea, però prima ne ero fiera, ora non ne sono più molto fiera – ha concluso – Essere credente mi farebbe sentire meglio”.

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