Sollecito, ecco cosa scrive nei gruppi contro le donne 10 anni dopo il delitto Meredith - Perizona Magazine

Sollecito, ecco cosa scrive nei gruppi contro le donne 10 anni dopo il delitto Meredith

Daniela Vitello

Sollecito, ecco cosa scrive nei gruppi contro le donne 10 anni dopo il delitto Meredith

| 19/01/2017

Estratto dell’articolo di Selvaggia Lucarelli per il “Fatto Quotidiano

“Buone notizie soprattutto per i familiari di Meredith Kercher. Raffaele Sollecito, dopo aver provato a riciclarsi come opinionista tv e come impresario di pompe funebri 2.0, ha trovato il suo posto nel mondo e nel pieno rispetto della memoria di quella povera ragazza uccisa da Rudy Guedè in concorso col fantasma Formaggino.

Il suo posto nel mondo è precisamente il seguente: leader di gruppi segreti su fb che hanno fatto dell’odio nei confronti delle donne il loro cavallo di battaglia e fine umorista. Anzi, irresistibile comico con una netta predilezione per il black humor, visto che lui la morta ammazzata su cui scherzare ce l’ha avuta in casa.

E allora eccolo lì quel gran burlone di Raffy iscriversi al gruppo chiuso con 250 000 iscritti “Pastorizia never dies” (ma anche all’altro gruppo  #acazzoduro e chissà a quanti altri) in cui, tanto per capirci, tra schifezze varie, ci sono anche uomini che si scambiano pareri su come ammazzare la ex e su come far sparire il corpo. Eccolo lì farsi fotografare con uno degli amministratori e diventare idolo delle masse di trogloditi che sguazzano lì dentro a colpi di battute irresistibili e di gran gusto sul caso Meredith.

(….) Sganasciamoci insieme a Raffy e ai membri di Pastorizia Never dies, alla faccia di Meredith e a quella poveretta di sua madre.

(….) Eccole qui le sue folgoranti battute. Tale Denis scrive: “Maestro mi insegni come si cancellano le tracce di un delitto che ho due cose da risolvere?”. Raffy Sollecito risponde: “Semplice. Ci caghi sopra e nessuno si avvicina!”. (ricordo che nella casa di Perugia furono trovate delle feci in bagno). Giulia gli scrive di non essere crudele quando la ucciderà e Raffy risponde: “Non ti preoccupare, sarò gentile e indolore”.

E giù con gli “idolooooo” “ahahaha” “grandeeee”. Peccato che gli assassini di Meredith non siano stati altrettanto gentili, visto che l’hanno sgozzata come un animale al macello.

Ma il nostro Raffy è anche barzellettiere: “Entro in un negozio di pentole. Chiedo: “Avete un set in rame?”. Il commesso mi guarda, ci pensa e fa: “Per i set di coltelli dovresti rivolgerti al negozio a fianco!”. Ma che ridere. (…)

Va al ristorante con un amministratore del gruppo, Alessandro Falanga, si fa fotografare davanti a un piatto di carne con un bel coltello in mano e vai con le battute: “Gli occhi di chi ne ha viste tante, il coltello di chi le ha affettate tutte!. Qualcuno scrive: “Dal colore della carne direi che è Rudy” e Raffy: “Ahahah questa è simpatica!”. Qualcuno monta la testa di Patrick Lumumba (colui sul quale Amanda tentò di scaricare le colpe) sulla testa dell’amministratore del gruppo Pastorizia never dies e Raffy se la ride di gusto.

Aahahhahah. Chissà se rideva anche Amanda quando s’è beccata la condanna a tre anni per calunnia. Ride pure quando gli chiedono se nel piatto ci sia Meredith, che è più croccante. Ride quando postano la foto con lui, Amanda e Guedè e la scritta “Il negro dentro e i bianchi fuori!”. Ride quando postano la foto della povera Meredith  e la scritta: “Quando lei non ti risponde al telefono e allora le mandi un sollecito”.

Ride, anzi, posta il pollice di colore all’insù, quando qualcuno posta il fotomontaggio di Amanda con il cartello “E’ stato il negro”. E in effetti lì ha parecchio da divertirsi, visto che in galera c’è finito solo lui. Ma è anche un gran talento nella produzione di freddure. Leonardo gli chiede “Posso farti una domanda?” e lui “Se si tratta di neri chiedi a Falanga, se si tratta di Amanda chiedi al 118, per il resto dimmi pure”.

Sempre Falanga gli chiede se gli sia arrivato il coltello di ceramica che gli ha inviato e lui “Non ancora, lo aspetto!”. Ride dei fotomontaggi in cui Amanda viene sodomizzata da Babbo Natale, scrive gli auguri di Buon Natale scegliendo la cartolina natalizia con Marilyn Manson, scrive di poliziotti invasati e malati di protagonismo e infine, quando pensi che non si possa andare più in basso di così, come tutti i comici di razza, ha il guizzo. Posta una foto del Cluedo con le facce di Stasi, della Franzoni, di Rosa e Olindo, di Bossetti e di Misseri. Grasse risate. Qualcuno gli chiede cosa si vince.

Lui replica: “Un plastico di Porta a porta!”. Grasse risate. Un ragazzo si dice emozionato perché Sollecito gli ha risposto, chiede cosa debba fare adesso. Raffa ha sempre la battuta pronta: “Hai diverse opzioni: puoi segarti violentemente vedendo un porno con Amanda. Puoi dire ai tuoi che ti scrivo e ti senti in pericolo. Puoi creare un meme con la scritta “Mi Solleciti”. Ahahaha. Idoloooo. Bravooooo. Grandeeeee. Mitoooooo. Già. Mito. Un ragazzo scrive timidamente che non gli piace l’umorismo e subito i due amministratori Fulvio e Mike lo cacciano dal gruppo. Espulso. Del resto se non capisci l’umorismo di Sollecito ben ti sta.

E del resto, perché togliere il piacere a Raffy Sollecito di scherzare un po’ suvvia. Andava con la fidanzata a comprare mutande col corpo ancora caldo di Meredith, figuriamoci se non può raccontare barzellette su Meredith a corpo ormai freddo. Lasciamolo giocare. Ha trovato il posto giusto. La compagnia giusta. Nello stesso gruppo Marco chiede se qualcuno ha suggerimenti su come fare fuori la sua ex che lo ha lasciato per un ragazzo di colore.

Gino: “Nei letamai si nasconde tutto, a me il letamaio ha salvato due volte”. John: “Dacci il nome di questa lurida puttana”. Francesco: “Valuta la galera”. “L’acido!”. “Investila”. Marco: “Ci penso ogni sera”. Poi tirano fuori nome e faccia della ex. Ecco. Questo è l’habitat del nuovo Sollecito. Questo è il locale di cabaret che l’ha eletto star assoluta. Questo è quello che ne è della memoria di Meredith Kercher. Tutto un grande gioco in cui l’importante è che Raffy abbia la sua faccia sorridente sulla scatola”.

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