Edoardo Costa, il mea culpa in tv dopo le condanne per la truffa ai bambini poveri - Perizona Magazine

Edoardo Costa, il mea culpa in tv dopo le condanne per la truffa ai bambini poveri

Daniela Vitello

Edoardo Costa, il mea culpa in tv dopo le condanne per la truffa ai bambini poveri

| 26/09/2016

Edoardo Costa,  il bello della soap “Vivere”, torna in Italia a 4 anni dalla prima sentenza di condanna per truffa e appropriazione indebita. Nel 2008, l’ex attore fu accusato di aver sottratto denaro all’associazione benefica da lui fondata per aiutare i bambini poveri. Il caso fu sollevato da “Striscia La Notizia”. Nel 2012 arrivò la condanna in primo grado e Costa rinunciò all’appello.  Ospite di “Domenica Live”, Costa – che da anni vive oltreoceano – ammette i propri errori e racconta di essere cambiato grazie al buddismo e all’amore. Da otto mesi è legato a Grace, modella di origine messicana che conosce da 30 anni. E’ stata proprio lei ad introdurlo al buddismo 10 anni fa. “La conosco da quando faceva la modella a Milano  – racconta – Allora aveva 18 anni, ci siamo sempre incrociati, visti, sempre in amicizia. Otto mesi fa a Miami ci siamo trovati per bere un caffè e ci è successa una cosa bellissima: non ci siamo più lasciati”.

L’ex attore di “Vivere” entra nel merito dei suoi guai giudiziari, dei processi durati 7 anni e sfociati in tre condanne. “Ho fondato l’associazione, la CIAK, circa dieci anni fa, con l’intenzione di aiutare i bambini in difficoltà – esordisce – L’idea è venuta quando mi hanno chiesto di fare dei calendari. Allora ho deciso di farli e di devolvere il ricavato ai bambini, fondando appunto l’associazione”.

“Le mie spiegazioni prima del processo, subito dopo i servizi di Striscia, non hanno convinto – spiega – Ammetto che uno dei miei grandi errori è stato prendere soldi in contanti (quindi in nero) che io poi portavo in Africa, in Brasile, in quei posti, in contanti, come si faceva lì abitualmente. Non avendo mai registrato quei soldi è chiaro che poi, alla fine, dovevo farli registrare in qualche modo, e lì ci sono stati altri errori, tipo i 7 mila euro di cancelleria, voci messe lì per giustificarli dal punto di vista fiscale. E infatti sono stato condannato per evasione fiscale”.

“Dopo che è esploso il caso, io ho mandato i soldi che avevo raccolto, circa 45 mila euro, in Africa per i vaccini. È tutto documentato – prosegue – Con i due calendari ho raccolto oltre 100 mila euro, raccolti da una casa editrice. Loro hanno trattenuto le spese che hanno sostenuto, circa 50 mila euro, e mi hanno dato gli altri 50 mila con cui io ho costruito un asilo in Africa che ancora funziona”.

“In appello sono stato assolto per l’aggravante della truffa – precisa – Sono stato condannato per l’evasione fiscale e l’appropriazione indebita per quei 205 mila euro perché le indagini non sono riuscite a risalire a dove potesse essere quella cifra, mancavano i giustificativi. La verità è che quei 205 mila euro non sono documentati da ricevute perché erano soldi in contanti, in nero, che ho comunque usato per le iniziative benefiche in Africa, Brasile, Afghanistan”.

Costa sostiene di aver speso la maggior parte di quei soldi per costruire un asilo in Senegal e ristrutturare una scuola in Kenya. E anche in questo, sarebbero tutto documentato. In Brasile sarebbero arrivati circa 80 mila euro per alcuni progetti: “Ho fatto tantissime stupidaggini di gestione, perché non ero in grado di gestire queste cose. L’ho fatto con entusiasmo, perché credevo in quei progetti. Con l’evasione fiscale posso aver truffato lo Stato italiano, ma mai i bambini in difficoltà”.

Infine, Barbara D’Urso fa una sorpresa all’ex attore e manda in onda un videomessaggio dei genitori che sostengono che l’origine dei guai del figlio sia da ricercare nell’eccessiva bontà.

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