Totò Schillaci a cuore aperto: "La povertà, il calcio, le donne facili, la testata a Baggio" - Perizona Magazine

Totò Schillaci a cuore aperto: “La povertà, il calcio, le donne facili, la testata a Baggio”

Daniela Vitello

Totò Schillaci a cuore aperto: “La povertà, il calcio, le donne facili, la testata a Baggio”

| 17/05/2016

Totò Schillaci si racconta in un’intervista al quotidiano “La Repubblica” in occasione dell’uscita della sua autobiografia dal titolo “Il gol è tutto” appena sbarcata in libreria. Una vita trascorsa a bruciare le tappe: dai gol in serie B nella squadra del Messina che lo portarono dritto a Torino e dai gol con la maglia della Juve che lo portarono dopo un anno alla consacrazione ai Mondiali del ’90. “La mia vita è stata difficile – esordisce l’ex calciatore palermitano – Sono nato di sette mesi, i nonni mi scaldavano con bottiglie d’acqua calda. Abitavamo in via della Sfera 19. Un segno. La sfera era il pallone e il 19 la maglia ai Mondiali. Al Cep avevo cattive compagnie, ma il calcio mi distraeva, e per distrazione mi sono salvato. Non andavo volentieri a scuola, ma i pericoli so vederli”.

“Non vengo da una famiglia benestante – prosegue -Mio padre ci portava al mare a Mondello, al posto del salvagente avevo una camera d’aria per stare a galla. Ho fatto il panettiere, il gommista, l’ambulante, ho consegnato il vino, vendevo frutta. Volevo dei soldi in tasca, il calcio è stato la mia camera d’aria. Giocavo per ore col Super Tele, il pallone leggero. Nemmeno Pelé ci fa tre palleggi col Super Tele”.

Schillaci parla di mafia, il cancro della sua terra. “Gli anni ’90 a Palermo sono stati terribili-  racconta – Ho aperto tardi gli occhi. Pensavo a giocare, per me la mafia era una realtà locale. Il pizzo, il totonero, le bische. Finché una sera, in ritiro, Trapattoni si avvicina e mi fa: avete ucciso anche Falcone. Gli risposi: mister, ero con Baggio, chieda a lui cosa ho fatto. Non scherzava, l’aria era pesante. Ma andai a ripeterglielo quando lasciai la Juve: non l’ho ucciso io, né quei siciliani che non meritano pregiudizi”.

Dopo aver confessato di aver sofferto meno la povertà della celebrità, l’ex stella della Juve racconta il periodo più frenetico della sua vita, quello fatto di fughe dai ritiri e donne disponibili: “Per un calciatore il sesso è facile. Cercavo attenzioni. A Torino sono stato discriminato. Offese, sfottò, le scritte sotto casa. Andai in crisi. Convertivo la rabbia in sesso. Ho tradito molto. Ma il tradimento è come una bibita gasata. Toglie la sete subito, poi hai di nuovo la gola secca”.

Non mancano i pentimenti, come la testata data a Roberto Baggio: “Leggevo certe cose su mia moglie Rita, ero furioso. Lui col piede muoveva il giornale: non darci importanza, ripeteva. E muoveva il giornale. Mi alzai e gli diedi una testata”.

In riferimento all’ex moglie Rita Bonaccorso, che si sussurra abbia avuto un flirt con un altro calciatore Gianluigi Lentini, aggiunge: “La Juve non voleva che ci separassimo. Portavo in campo i tormenti. Gossip, malignità. Tutti a telefonarmi quando Lentini ebbe l’incidente mentre andava da lei. Negli stadi insultavano. Non bastava terrone e mafioso, non bastava il coro “ruba le gomme”. No: pure cornuto. In società non ne parlavano, ma le persone intelligenti accennano, fanno capire. Comprarono Vialli. Dovetti andar via. Ora sono cambiati i tempi, dopo Gianni Agnelli vedo che è cambiata pure la Juve. Sui capelli lunghi, sulla puntualità, sugli amori”.

“Oggi ho una scuola calcio a Palermo, spendo il mio nome per gli altri. Se avessi fatto l’allenatore, avrei ripreso la solita vita. Alberghi, aeroporti, stadi. Questo è. Ma preferisco vivere. Ora se vado a Parigi, la torre Eiffel la vedo”.

Copyright © 2024

Editore: Livesicilia.it Srl - Via della Libertà, 56 – 90143 Palermo Tel: 0916119635 P.IVA: 05808650823
Livesicilia.it Srl è iscritta al Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC) con il numero 19965