Eleonora Brigliadori choc: "Karina Huff? Un'altra vittima della chemio" - Perizona Magazine

Eleonora Brigliadori choc: “Karina Huff? Un’altra vittima della chemio”

Daniela Vitello

Eleonora Brigliadori choc: “Karina Huff? Un’altra vittima della chemio”

| 19/04/2016

Nel giorno della morte di Karina Huff, l’attrice londinese che ha recitato in pellicole cult degli anni ’80 quali “Sapore di mare” e “Vacanze di Natale”, si registra una polemica nata dalle dichiarazioni di Eleonora Brigliadori. 

L’attrice e presentatrice ha condiviso su Facebook un post in memoria di Karina Huff in cui coglie l’occasione per puntare il dito contro le cure tradizionali adottate nei confronti di chi è affetto da tumore arrivando a sostenere che di cancro al seno non si muore. 

“Che peccato!!! Karina era dolcissima – scrive la Brigliadori – Mi era stata simpatica fin dal principio… Un’altra vittima delle cure sbagliate..non si muore facilmente con un tumore al seno a meno di accettare la folle idea di kemio radio e interventi devastanti…ma lo stesso ci sono quelli che diranno di essere guariti…nonostante la kemio…a loro dico…forse eravate già guariti da soli e la kemio è stato un veleno inutile che non è riuscito a uccidere solo perchè avevate già risolto…ma nel profondo la paura…sta erodendo anche la vostra anima nel farvi credere che quella sofferenza subita sia stato un bene…confondere il male con il bene è lo scopo degli ostacolatori della verità. La prossima volta che nascerai Karina avrai almeno imparato a riconoscere i falsi profeti delle finta sanità di oggi”.

Eleonora Brigliadori non è nuova a simili esternazioni. In passato, raccontò di come aveva sconfitto il cancro senza curarsi dopo essersi avvicinata alla “Nuova Medicina Germanica” che fa riferimento  al dottor Ryke Geer Hamer. “I  medici – dichiarò all’epoca –  mi dissero che avevo solo sei mesi di vita. Avevo già perso mia nonna e mia madre con lo stesso male, e per di più le avevo viste spegnersi tra le atroci sofferenze provocate dalla chemioterapia. Mi ero resa conto che il percorso ospedaliero non agevolava, anzi rendeva ancora più difficile anche il trapasso. Ho deciso di non intraprendere alcuna cura e di non effettuare su di esami invasivi. Sarei dovuta morire, quindi perché farmi bucare, tagliare, aprire? Non ho fatto la chemioterapia perché sono convinta che vada a creare ulteriori problemi fisici, oltre ad innescare meccanismi di paura. Avevo un carcinoma al fegato che dopo tre anni è sparito, è stato metabolizzato dal virus dell’epatite”.

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