In un’intervista a “Vanity Fair”, Donatella Rettore parla del marito Claudio Rego al suo fianco da quasi 40 anni. “Il nostro è un amore lungo una vita – racconta – è stato il primo, a quel concerto di Alan Sorrenti, sarà l’ultimo. Ricordo di lì a poco sarebbe partito militare. Mi disse: ‘Hai una voce che merita parole nuove’. Così divenne coautore di tutte le mie canzoni, a parte il periodo di Elton John. Sono passati 37 anni da allora. I miei amici sostengono che io sia la scheggia impazzita e lui quello che mi riporta sulla Terra prendendomi per le orecchie. Forse è così, se in fondo al cuore non ci siamo mai lasciati per tutto questo tempo”.
Quindi la cantante spiega che dietro la scelta di sposarsi c’è una motivazione ben precisa: “Sono figlia unica, ho perso presto i genitori e ho pensato: se mi ammalo voglio vada tutto a lui, che è la persona che più amo. Così, siamo andati in un convento di Como, dai frati francescani perché il nostro santo è Francesco, un animalista, e abbiamo regolarizzato”.
In merito alla mancata maternità, la Rettore fa una rivelazione: “Dovevamo avere un figlio di 20 anni, l’abbiamo perso che era ancora nella pancia, e non è accaduto più. Mi sono rovinata di terapie, continuavano a dirci che entrambi stavamo bene ma che non veniva, ed era un mistero. Oltre ancora non ho voluto insistere”. Quando si è fermata? «In tempo per non rischiare di fargli da nonna”.
La discussione si sposta quindi sulla vecchiaia che la cantante definisce “una grave malattia che colpisce anche i giovani”. Infine, la Rettore svela come le piacerebbe congedarsi dalla vita: “A me piacerebbe andarmene in una notte che non mi sveglio al mattino, una sera che ho lasciato tutto a posto”.