"Sgarbi offende le capre", il critico d'arte denunciato dagli animalisti - Perizona Magazine

“Sgarbi offende le capre”, il critico d’arte denunciato dagli animalisti

Daniela Vitello

“Sgarbi offende le capre”, il critico d’arte denunciato dagli animalisti

| 03/01/2016

A forza di tirare in causa le “capre”, Vittorio Sgarbi è finito nel mirino degli animalisti. L’Aidaa (Associazione italiana difesa animali ed ambiente) ha infatti deciso di presentare un esposto alla Procura di Ferrara per denunciare il critico d’arte, reo di apostrofare i suoi seguaci (haters e non) con il termine che rimanda ai pacifici animali da cortile.

Denunciando Sgarbi, gli animalisti intendono “verificare se l’uso spregiativo del termine “capra” che lo stesso critico d’arte usa a sproposito non sia un incitamento al maltrattamento di animali, oltre che un uso scorretto della lingua Italiana. Nella descrizione della specie animale Capra, infatti, si legge che la stessa è tra gli animali più intelligenti che esistano”.

Lorenzo Croce, firmatario della denuncia contro Sgarbi, parla di “provocazione  fatta contro chi delle provocazioni ha fatto un modo di vivere ” e chiede al critico d’arte “di smetterla di usare impropriamente il nome Capra come epiteto e di andare a vivere tre giorni con i pastori ed imparare pascolando le capre quanto sono intelligenti quegli animali”.

Immediata la replica di Sgarbi. “Ho sempre inteso ‘capra’ come un complimento, considerando di molto inferiori alcuni uomini – ha scritto su Facebook – Suggerisco comunque all’ Aidaa di fare un esposto anche contro Gesù Cristo che, identificandosi nel buon pastore, ha riconosciuto negli uomini le sue pecore”.

Ma Sgarbi, a quanto pare, non è l’unico ad essere stato preso di mira dall’Aidaa. Lo rivela il suo legale all’Adnkronos: “Al di là del fatto che l’esposto del signor Croce è stato presentato ad una autorità incompetente per territorio e non solo contro Sgarbi, ma anche contro l’attuale presidente del Consiglio Renzi, per il significato che questi attribuisce ai gufi qualificati iettatori, nessun reato sussiste nel caso in esame, posto che il nostro ordinamento considera gli animali come beni mobili”.

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