L'ex compagna di Sposini: "Lamberto non parla più, abbandonato dagli amici" - Perizona Magazine

L’ex compagna di Sposini: “Lamberto non parla più, abbandonato dagli amici”

Daniela Vitello

L’ex compagna di Sposini: “Lamberto non parla più, abbandonato dagli amici”

| 23/12/2015

Sabina Donadio, ex compagna di Lamberto Sposini, ripercorre in un’intervista a “Vanity Fair”  il giorno in cui il giornalista fu colpito da un’emorragia cerebrale appena prima di andare in onda con “La vita in diretta” che conduceva con Mara Venier. Era il 29 aprile 2011.

“Le condizioni di Lamberto erano disperate. Quando arrivai al Santo Spirito, il primo ospedale dove l’avevano portato dalla Rai, era praticamente morto – racconta – I medici mi dissero che il coma era irreversibile, che non c’era più nulla da fare. Se si è salvato è solo grazie al professor Maira, uno dei migliori neurochirurghi d’Italia, che da Firenze rientrò di corsa a Roma e lo operò al Gemelli. Diverse ore dopo l’emorragia, purtroppo: un ritardo imperdonabile che è agli atti nella nostra causa di risarcimento contro la Rai, perché ha procurato gravi danni”.

Al risveglio dal coma farmacologico, due mesi dopo l’emorragia, Sposini ha avviato una lunga e difficile terapia riabilitativa. “Lamberto è lucidissimo, ma non parla – spiega – Un grumo di sangue del diametro di sette centimetri ha premuto quattro ore sull’area del linguaggio. Conseguenza: lui capisce tutto ed è in grado di legare, nella sua testa, il signicato alla parola, però la parola non esce. Né a voce – dalla bocca viene fuori solo un suono – né in scrittura. Tecnicamente si chiama afasia. Fortunatamente ha una mimica facciale notevole: con gli occhi esprime tutto”.

Sabina Donadio, che da Sposini ha avuto una figlia Matilde di 13 anni e che nel 2012 si è sposata con il direttore di “Oggi” Umberto Brindani da cui ha avuto il figlio Andrea Maria, precisa che le possibilità di un recupero totale sono nulle: “Con la logopedia può fare miglioramenti: nel centro svizzero dove è stato per sei mesi l’ho sentito pronunciare frasi intere. Ma per noi sostenere più a lungo quelle cure non era possibile. Parliamo di oltre trentamila euro al mese e lui aveva uno stipendio buono, ma pur sempre da giornalista. E poi aveva appena usato tutti i suoi risparmi per comprare un casale in Umbria, che oggi non si riesce a vendere”.

Riguardo alla causa intentata contro l’azienda di viale Mazzini dice: “I rappresentanti della Rai di allora si sono fatti vivi in ospedale i primi giorni, poi sono spariti. Immagino abbiano scelto di combattere in tribunale per non creare un precedente, ma c’è di mezzo la vita di un uomo, di un padre, prima che di un ottimo professionista. Spero che la nuova Rai di oggi si metta una mano sulla coscienza e apra una trattativa. Non chiediamo di essere ricoperti d’oro, solo di garantire il futuro di Lamberto”.

“Lui oggi è solo – aggiunge – Un po’ è anche colpa sua: era orso, poco disponibile, non si è mai dedicato a coltivare i rapporti, a cominciare da quello con la prima figlia (Francesca, avuta a 18 anni da un matrimonio giovanile, ndr.). I pochi amici che aveva, poi, con la malattia sono scomparsi. E in generale del suo mondo – il giornalismo, la tv – non si è fatto vivo quasi nessuno dopo il primo periodo. Chi continua a scrivergli, e a seguirlo su Instagram, sono le persone normali. Il suo pubblico”.

Nonostante Mara Venier abbia detto più volte di volerlo riportare in tv, questo sogno sembra irrealizzabile. “Lui non tornerà mai in televisione, non ha senso alimentare questa speranza in chi gli vuole bene – conclude la Donadio – Certo Mara gli è stata vicina e, quando è venuta a trovarlo, l’ho visto felice. Mi spiace solo che Matilde, sbagliando, la associ al malore del padre. Tre giorni prima di quel 29 aprile, Lamberto aveva dovuto far sopprimere il suo adorato gatto, Rocco, l’unico pezzo di famiglia, diceva lui, che gli era rimasto. Per il dolore aveva smesso di mangiare e dormire. Pare che quel giorno, quando erano già microfonati e pronti per la diretta, Mara gli abbia chiesto se si si sentiva meglio e, in quel preciso momento, lui sarebbe caduto a terra. Nella testa di una bambina di 8 anni si è fissato il dubbio, irrazionale, che possa avergli fatto male ripensare a Rocco”.

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