Possibile svolta nel giallo della scomparsa di Ylenia Carrisi. A raccontare i dettagli è “Il Giorno”. La figlia di Al Bano e Romina Power sarebbe stata uccisa da un camionista al quale aveva chiesto un passaggio durante il suo viaggio on the road negli Stati Uniti.

L’Interpol ha ritenuto attendibile la pista scaturita dalle rivelazioni del presunto omicida. Nel 1996 Keith Hunter Jesperson, questo il nome dell’uomo su cui è concentrata l’attenzione degli inquirenti,  confessò di aver ucciso una ragazza incontrata in una stazione di servizio di Tampa, in Florida, che stava cercando di raggiungere la California o il Nevada e si faceva chiamare Suzanne. 

Proprio il nome scelto da Ylenia durante la sua lunga trasferta americana. Da allora lo sceriffo di Palm Beach ha cercato di associare un nome al corpo della ragazza uccisa dal camionista. Con un perito ha ricostruito il volto che sarebbe incredibilmente somigliante con quello di Ylenia.

Sulla base di quanto raccolto, l’Interpol si è mossa inviando pochi giorni fa i carabinieri a Cellino San Marco, in Puglia, per prelevare campioni di Dna da tutti i membri della famiglia Carrisi. A tali reperti si aggiungono quelli di Romina Power, che nei giorni del prelievo dei carabinieri si trovava a New York e ora sono ora nelle mani del Ris di Roma. 

Dopo l’estrapolazione dei profili, potranno essere messi a confronto con quello delle ossa di una donna rinvenute ad Holt, in Florida, il 15 settembre del 1994, cioè nove mesi dopo la denuncia di scomparsa di Ylenia. 

L’ultimo contatto della ragazza con la famiglia risale al 31 dicembre del 1993. Da quel momento il buio. Al punto che 20 anni dopo, il tribunale di Brindisi ha dichiarato la morte presunta di Ylenia su istanza presentata da Al Bano contro il volere dell’ex moglie.