“Ancora non ti sei stancato di stare qui?”. Con queste parole pronunciate da Rosy Abate travestita da infermiera si chiude la settima stagione di “Squadra Antimafia”. L’ex mafiosa riappare per riabbracciare Mimmo Calcaterra e per tirarlo fuori dalla clinica psichiatrica in cui è rinchiuso da quando Sandro Pietrangeli l’ha inchiodato alle sue responsabilità ammanettandolo con l’accusa (e le prove) di essere un assassino. L’ex poliziotto e l’ex “regina di Palermo” si congedano così dalla fiction poliziesca di Canale 5. Nessuna traccia di Leonardino. Il ricongiungimento col bambino, morto per mano di Veronica Colombo, non c’è stato. In compenso, la puntata regala momenti di suspense e commozione. La superstar dell’episodio conclusivo della settima serie è Filippo De Silva. Per la prima volta a prevalere, tra sparatorie e omicidi, è il lato umano dello stregone che in gioventù, si scopre, ha avuto una figlia dal giudice Ada Ferretti. “Sei l’unica cosa buona che ho fatto nella mia vita”, dice l’agente dei servizi segreti abbracciando Sara in fuga verso il Canada insieme alla madre proprio grazie all’aiuto di De Silva. Dopo l’arresto di Calcaterra e l’addio alla divisa di Sandro Pietrangeli, la Duomo si ritrova smembrata e in difficoltà. Tempofosco rinuncia a tornare a Roma raccogliendo l’ordine del questore a restare al comando della squadra. Il suo addio è comunque dietro l’angolo, dal momento che nell’ottava serie entrerà in scena un nuovo vicequestore. I cattivi hanno avuto la peggio: Spagnardi ha esaurito le sette vite passando a miglior vita, Carmela Ragno è finita in manette e il broker Torrisi, inchiodato dalla deposizione della Ferretti, ha cominciato a collaborare con la giustizia.
